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«Granata non poteva intervenire sulla gestione di un'impresa»

COSENZA «Granata non aveva alcuna possibilità di intervenire sulla gestione di una impresa». Lo ha detto, nell’aula 9 del Tribunale, l’ingegnere Bartucci, funzionario del Comune di Cosenza sentito …

Pubblicato il: 16/03/2017 – 12:47
«Granata non poteva intervenire sulla gestione di un'impresa»

COSENZA «Granata non aveva alcuna possibilità di intervenire sulla gestione di una impresa». Lo ha detto, nell’aula 9 del Tribunale, l’ingegnere Bartucci, funzionario del Comune di Cosenza sentito come testimone nel processo a carico di Francesco Pezzulli accusato di tentata estorsione ai danni di Maximiliano Granata, il presidente della Valle Crati, il consorzio che si occupa di smaltimento dei rifiuti liquidi e solidi urbani.
All’avvocato Granata (parte civile) il 5 maggio di un anno fa, è stata incendiata l’automobile, un’Audi A6, che era parcheggiata sotto la sua abitazione in via Coletta, nella città dei Bruzi. Dopo un’intensa attività di indagine, condotta dal sostituto procuratore Donatella Donato e coordinata dall’aggiunto Marisa Manzini, il lavoro degli inquirenti si è concentrato sul ruolo di Granata nel Consorzio e sul rapporto con alcune cooperative.
Il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) ha ascoltato l’ingegnere Bartucci che ha ricostruito un incontro avuto con Pezzulli che voleva essere riassunto.
Secondo l’impianto accusatorio, Pezzulli – ex dipendente della cooperativa che lavorava alla vigilanza dell’impianto di Coda di Volpe – non avrebbe accettato di non essere stato riassunto da Granata perché, a un certo punto, il Consorzio non rinnovò i contratti ad alcune cooperative tra le quali anche quella in cui lavorava Pezzulli. Ma quest’ultimo avrebbe preteso da Granata di essere riassunto e a un suo diniego avrebbe cominciato a telefonargli e ad assillarlo. Una serie di richieste che – per l’accusa – sarebbero poi culminate nel gesto di incendiare l’automobile del presidente. A riprova di ciò ci sarebbero diverse intercettazioni telefoniche e gli elementi forniti da un testimone che avrebbe visto quella notte una persona scendere da una automobile rossa con un contenitore di benzina e appiccare fuoco all’Audi di Granata. Gli inquirenti sono riusciti poi a risalire al proprietario di quell’auto e a identificare quella persona in Pezzulli (difeso dall’avvocato Nicola Mondelli). È stato poi ascoltato Vincenzo Cerrone, dipendente di una società che gestisce l’impianto consortile, che ha affermato di conoscere Pezzulli ma non era a conoscenza dei dettagli della questione. Pezzulli ha rilasciato dichiarazioni spontanee affermando di possedere quella autovettura ovvero la Peugeot rossa. L’avvocato Mondelli ha chiesto il proscioglimento alla luce delle testimonianze ma non c’è stato il consenso della Procura. Il processo è stato aggiornato al prossimo 4 maggio.

mi. mo.

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