COSENZA Dopo la conferma della Corte di Cassazione della sentenza di secondo grado per gli imputati del primo filone dell’inchiesta “Tela del ragno” contro le cosche del Tirreno cosentino tornano in carcere Gianluca Serpa, Sergio Carbone, Pier Mannarino e Fabrizio Rametta. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura generale, confermando la sentenza di secondo grado. Tranne che per alcune posizioni. Si tratta di Mario Attanasio, difeso dagli avvocati Giuseppe Bruno e Luca Acciardi, Salvatore Serpa e Mario Severino, per i quali la Cassazione ha annullato con rinvio le condanne inflitte in appello. Confermata invece l’assoluzione per Carlo Lamanna in relazione all’omicidio di Luciano Martello, nonostante il procuratore generale aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado, e il proscioglimento per Ettore Lanzino e Domenico Cicero.
Nell’ottobre del 2015 la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro aveva confermato la condanna per Pasqualino Besaldo (10 anni e 4 mesi), il pentito Gennaro Bruni (10 anni), Romolo Cascardo(6 anni e 2 mesi), Antonella D’Angelo (5 anni), Carlo Lamanna (7 anni e 9 mesi, escluso il delitto Martello), Domenico La Rosa (10 anni e 4 mesi), Giuseppe La Rosa(6 anni e 8 mesi), Vincenzo La Rosa (10 anni), Pietro Francesco Lo Faro (6 anni e 2 mesi), Pier Mannarino (6 anni, 2 mesi e 20 giorni), Alessandro Pagano (6 anni e 4 mesi), Fabrizio Rametta (4 anni e 8 mesi), Mario Scofano (10 anni e 4 mesi) e Gianluca Serpa (5 anni); aveva ridotto la condanna a Sergio Carbone da 10 anni e 4 mesi a 4 anni e 6 mesi; aveva assolto Sonia Mannarino (in primo grado 3 anni e 4 mesi), Paolo Calabria, Francesco Desiderato, Guerino Folino, il collaboratore di giustizia Daniele Lamanna, Alfredo Palermo e Luciano Carmelo Poddighe. Era stata ribaltata invece la sentenza per le posizioni di Mario Attanasio, assolto in primo grado e condannato a 4 anni e 8 mesi in Appello, Salvatore Serpa, assolto in primo grado e condannato in Appello a 4 anni e 8 mesi, e Mario Severino, assolto in primo grado e condannato in Appello a 4 anni e 10 mesi. In appello era stato prosciolto per ne bis in idem Ettore Lanzino (difeso dagli avvocati Marcello Manna e Francesco Mannarino) e Domenico Cicero (difeso dagli avvocati Francesco Chiaia e Alessandra La Valle) che in primo grado erano stati ritenuti colpevoli del reato di associazione mafiosa, condannati a 10 anni di carcere. Ma poi assolti in appello. Sentenza confermata anche dalla Cassazione.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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