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Il Centro di Tonino

ROMA Il Nuovo centrodestra cambia pelle. E nome: sparisce la parola destra («ma non viriamo a sinistra», assicurano i big), da oggi si passa ad “Alternativa Popolare”. Balsamo per i dirigenti calab…

Pubblicato il: 18/03/2017 – 12:40
Il Centro di Tonino

ROMA Il Nuovo centrodestra cambia pelle. E nome: sparisce la parola destra («ma non viriamo a sinistra», assicurano i big), da oggi si passa ad “Alternativa Popolare”. Balsamo per i dirigenti calabresi, che alle Regionali 2014 avevano battezzato una coalizione centrista – quella guidata dal senatore Nico D’Ascola – dal nome evocativo “Alternativi Popolari per la Calabria”. Né con i lepenisti di Salvini, né con la sinistra di Bersani e D’Alema. La nuova battaglia si giocherà al centro, in autonomia. O meglio, con gli alleati che sceglieranno di giocare una partita rischiosa. Per ora il dialogo è avviato con i Moderati di Giacomo Portas e con il movimento dell’ex leghista Flavio Tosi. 

Il resto, si vedrà. Compreso il nome del candidato alla premiership. Angelino Alfano apre le porte alle primarie «anche per scegliere i singoli parlamentari. Così ci sarà anche un rilancio della partecipazione democratica». La svolta è condivisa anche dai dirigenti calabresi, presenti in gran numero a Roma. Per loro parla Tonino Gentile. «Ben vengano le primarie per la scelta del leader», scandisce il sottosegretario allo Sviluppo economico. Che davanti allo stato maggiore del partito fissa i paletti della nuova creatura: «Dobbiamo rivendicare libertà di pensiero, di azione e di manovra politica».
L’obiettivo, dichiarato, è quello di provare a fungere da “equilibratore” del sistema politico italiano. 
Gentile rivendica poi i risultati ottenuti in questi anni al governo, anche grazie all’autonomia rivendicata nei confronti del Pd: «Senza di noi i moderati non avrebbero avuto voce in questi anni», e ricorda l’esperienza positiva della Calabria dove i centristi conservano una fetta importante di consensi. E proprio per continuare su questa strada, il sottosegretario chiede ad Alfano di convocare una conferenza sul Sud: «Abbiamo la necessità di ancorarci maggiormente al territorio e di illustrare meglio le misure adottate dal governo». È un modo per ricordare al leader che il partito è sì nazionale, ma conserva a queste latitudini le roccaforti necessarie per provare a superare le soglie di sbarramento che l’attuale legge elettorale prevede. 

Al centro, da soli. Non un inedito per i dirigenti calabresi. Non solo le ultime Regionali, ma anche le Comunali di Cosenza e Crotone. Il prossimo step a Catanzaro, dove Piero Aiello e Baldo Esposito vogliono dimostrare come la loro forza elettorale sia indispensabile per conquistare la poltrona più ambita di Palazzo de Nobili.

Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it

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