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Il padre di Congiusta chiede giustizia al Guardasigilli

SIDERNO Il padre di Gianluca Congiusta, vittima della ‘ndrangheta, ucciso a Siderno il 24 maggio 2005, ha scritto una lettera aperta per chiedere un incontro al ministro della Giustizia Andrea Orla…

Pubblicato il: 18/03/2017 – 11:23
Il padre di Congiusta chiede giustizia al Guardasigilli

SIDERNO Il padre di Gianluca Congiusta, vittima della ‘ndrangheta, ucciso a Siderno il 24 maggio 2005, ha scritto una lettera aperta per chiedere un incontro al ministro della Giustizia Andrea Orlando: «Apprendo dagli organi di stampa – scrive – della sua presenza in occasione della XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata. Ritengo importante la sua decisione di voler camminare insieme ai familiari delle vittime, innocenti, tra i quali ci sarò anche io, che chiedono solo verità e giustizia. Quella verità e giustizia che per oltre il 90% di loro non arriverà mai, per svariati motivi, che Lei meglio di me conosce. Qualche volta, però, quella Giustizia anelata – aggiunge – non arriva a causa di vuoti legislativi. È in particolare su uno di questi vuoti che vorrei la sua attenzione. Chi Le scrive – continua – è il padre di un giovane imprenditore calabrese, Gianluca Congiusta, vittima innocente della criminalità organizzata, ucciso a Siderno, da un criminale indultato, tale Tommaso Costa, il 24 maggio 2005. Tale assassino, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Locri per l’omicidio di mio figlio oltre che per associazione di stampo mafioso e altro. Tale decisione è stata confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria. Ciononostante – lamenta – la seconda sezione della Cassazione, dopo una brevissima camera di consiglio, nonostante l’articolata requisitoria del procuratore generale, che chiedeva la conferma dell’impugnata sentenza, annullava con rinvio, relativamente al solo omicidio, a diversa sezione della Corte d’Assise d’Appello per un nuovo giudizio. Nel corso del secondo Appello, fu sollevata una questione di costituzionalità in riferimento agli articoli 3 e 112 della nostra Carta costituzionale. La Consulta ha respinto con sentenza 20/2017 la questione sollevata».

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