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Le transumanze pericolose nella massoneria

LAMEZIA TERME Nella lettera che il rossanese Amerigo Minnicelli, ex maestro venerabile del Grande Oriente d’Italia, ha consegnato alla Commissione parlamentare antimafia c’è un passaggio che pare s…

Pubblicato il: 18/03/2017 – 19:03
Le transumanze pericolose nella massoneria

LAMEZIA TERME Nella lettera che il rossanese Amerigo Minnicelli, ex maestro venerabile del Grande Oriente d’Italia, ha consegnato alla Commissione parlamentare antimafia c’è un passaggio che pare scritto apposta per dare una traccia investigativa al Parlamento. Lo ha anticipato l’Espresso, è il punto 3 della missiva: «Non accada che i fratelli vengano “risvegliati” in Orienti diversi da quelli di loro provenienza». Traduzione: c’è una libertà sospetta nei passaggi da una loggia all’altra di grembiulini che hanno avuto guai con la giustizia, sia essa massonica od ordinaria. Che la Commissione stia seguendo (anche) una pista del genere emerge da alcune audizioni delle scorse settimane, i cui testi integrali sono ora disponibili.
La presidente Rosy Bindi avanza la richiesta a Fabio Venzi, gran maestro della Gran Loggia regolare d’Italia. Venzi è di origini calabresi: conosce bene la regione e, ammette davanti ai commissari, scoraggia l’apertura di logge nella Locride. Ha anche abbattuto le colonne di un “tempio” a Reggio Calabria nel quale si incrociavano i destini (massonici) di professionisti e uomini che si scoprirà essere vicini alla ‘ndrangheta, come il commercialista-spione Giovanni Zumbo. Bindi mostra interesse proprio per quel passaggio: «Le consegno la lettera di richiesta degli elenchi degli iscritti, con particolare riferimento a Sicilia e Calabria. Non è formulata in questa lettera, ma, se c’è bisogno, facciamo un’integrazione, saremmo anche interessati a conoscere i nominativi della loggia dell’Araba Fenice che hanno fatto passaggio a un’altra obbedienza. (…) Visto che, come giustamente dice lei, la loggia è scomparsa perché gli iscritti sono transitati in altra obbedienza, a noi interesserebbe conoscere i nominativi anche di quella».
Le transumanze tra gli Orienti appaiono sospette per l’Antimafia. E quella registrata a Reggio Calabria pare esserlo in maniera particolare, altrimenti la citazione non sarebbe così esplicita. D’altra parte, “Araba Fenice” sbucava anche in una vecchia informativa della Guardia di finanza, interessata a fare luce sui legami tra politica e imprenditoria. Tra gli iscritti c’era anche l’imprenditore borderline (con la ‘ndrangheta) Pasquale Rappoccio. Nelle logge reggine (e non solo) si fanno incontri interessanti. E l’Antimafia vuole verificare se questi incontri si perpetuino attraverso la transumanza dei fratelli da un tempio all’altro della città.
Anche Massimo Criscuoli Tortora (gran maestro della Serenissima Gran Loggia d’Italia-Ordine generale degli Antichi liberi accettati Muratori) ha un esempio calabrese che calza a pennello. Parlando della necessità di vigilare sugli ingressi, spiega: «A Reggio Calabria, dove abbiamo una realtà, tempo fa si sono presentati alcuni ex fratelli di un’altra obbedienza, chiedendo di essere regolarizzati. Mi ha telefonato il venerabile e gli ho detto di esaminarli. Poi mi ha chiamato il delegato, il quale mi ha detto di lasciarli perdere perché non avevano le stesse caratteristiche intellettuali e morali che noi richiediamo». Transumanza bloccata. Ma per Tortora la Calabria è la terra in cui c’è un fiore all’occhiello massonico: «Locri è il nostro fiore all’occhiello. Il posto più difficile è proprio il nostro fiore all’occhiello, ringraziando il nostro delegato, che ha fatto una vera selezione. Poi abbiamo una realtà a Crotone. Ne stiamo aprendo un’altra, ma nell’arco dell’anno, a Catanzaro, per un totale di 50 o 60 – il numero esatto, se lo desidera, glielo faccio avere – in Calabria e una realtà sotto le dieci a Messina». Il gran maestro insiste sull’eccellenza nella Locride. Spiega che i controlli sono stringenti: «Il nostro delegato per la Calabria è una persona molto perbene, è uno dei grossi penalisti di Locri e li conosce tutti». Fa anche il nome: «È pubblico, perché noi l’abbiamo presentato alla Prefettura. È l’avvocato Francesco Febbraio. È pubblico, perché regolarmente facciamo la nostra denuncia e dichiarazione alla prefettura e alla questura».
Dagli elogi alle critiche, la Calabria è sempre tra i pensieri dei gran maestri che si alternano davanti alla Commissione. Antonio Binni, che guida la Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, spiega che «in Calabria abbiamo 60 logge e gli appartenenti sono 889 fratelli, in Sicilia 44 logge e 468 fratelli. Vorrei però fare una precisazione: il numero della Calabria è legato all’elezione che mi ha portato alla riconferma, perché i fratelli calabresi, che evidentemente non mi amano molto, hanno fatto la moltiplicazione dei pani, nel senso che hanno frazionato delle vecchie logge per avere un numero maggiore di voti, quindi oggi figurano 60 logge, ma in effetti il numero di riferimento concreto è 889 fratelli, che è il dato reale, mentre il numero di 60 è un numero artificiale. Purtroppo per loro ho vinto io». Ancora numeri: «Ho fatto anche uno studio, che forse potrebbe essere interessante per loro e che se vuole vi leggo, signor presidente. In Calabria abbiamo sette logge a Catanzaro, 28 a Cosenza, tre a Crotone, 14 nella Magna Grecia, cioè Corigliano Calabro e tutta la costa, cinque a Reggio Calabria e tre a Vibo Valentia».

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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