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Massoneria, il Goi all'Antimafia: revochi il sequestro degli elenchi

ROMA Il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani ha inviato oggi un’istanza di revisione in autotutela finalizzata alla richiesta di annullamento e/o di revoca del provvedimento di perquisizi…

Pubblicato il: 18/03/2017 – 14:52
Massoneria, il Goi all'Antimafia: revochi il sequestro degli elenchi

ROMA Il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani ha inviato oggi un’istanza di revisione in autotutela finalizzata alla richiesta di annullamento e/o di revoca del provvedimento di perquisizione e sequestro degli elenchi degli iscritti alle logge siciliane e calabresi, emesso il 1 marzo scorso dalla commissione parlamentare Antimafia, a firma della presidente Rosy Bindi, ed eseguito lo stesso giorno dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di Finanza. «Con questa richiesta – spiega il Gran Maestro Stefano Bisi – il Grande Oriente d’Italia ha assegnato alla Commissione un termine perentorio di 10 giorni, terminato il quale si è riservato il diritto di adire l’Autorità giudiziaria, in tutte le sedi competenti, per ottenere, anche nei confronti dei singoli parlamentari membri della Commissione, il ripristino della propria onorabilità e reputazione e di quelle dei soggetti aderenti, nonché il risarcimento dei danni subiti a causa dell’illiceità del decreto 1 marzo». Questa istanza, prosegue il Grande Oriente d’Italia, «si fonda anche sui principi consolidati nelle due sentenze che gli estensori e i firmatari del provvedimento necessariamente conoscono senza averle volute osservare». Sono, una delle Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione (4/1983) l’altra della Corte Costituzionale (379/1996): principi, a parere del Goi, «traditi nella formulazione del provvedimento anche alla luce del presidio Costituzionale costituito dalle norme poste a tutela della liberta’ di associazione (art. 18) del diritto inviolabile di difesa (art. 24 Cost.), e del principio del contraddittorio (art. 111 Cost.)».
Il Grande Oriente d’Italia contesta alla commissione Antimafia che le operazioni affidate allo Scico risultano «illecite in quanto esorbitanti rispetto ai poteri stessi, come configurati della legge istitutiva della Commissione con ogni conseguenza anche a carico dei singoli commissari e di chiunque abbia concorso ad adottare il provvedimento». A seguito delle valutazioni da parte dei giuristi del Grande Oriente d’Italia, è stato costituito un Collegio “aperto” alle proposte di coloro che hanno avvertito l’iniziativa della Commissione «come preludio di una deriva populista ed autoritaria ora scaturita anche dalle proposte di legge contro la massoneria annunciate dal deputato Pd Davide Mattiello e da Claudio Fava, entrambi componenti della commissione Antimafia, su un modello sul quale già il fascismo si era cimentato con la sciagurata Legge “Sulla regolarizzazione dell’attività delle associazioni e dell’appartenenza alle medesime del personale dipendente dello Stato”, promulgata il 26 novembre 1925». «Il Grande Oriente d’Italia – conclude il Gran Maestro del Grande Oriente, Stefano Bisi – intende agire inflessibilmente, nel solco dei duecento anni della propria storia e del rispetto e difesa dei principi costituzionali e delle leggi che ad essa si conformano, con la certezza della integrità e rispettabilità dell’Ordine e anche delle azioni che le figure apicali degli organi amministrativi, abbiano intrapreso o intendono intraprendere».

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