CATANZARO Il countdown è iniziato. Tra pochi giorni la tanto attesa (e tanto temuta da politici e burocrati) relazione finale della Ragioneria generale dello Stato sui conti della Regione Calabria arriverà sui tavoli di giunta e Consiglio. Saranno le conclusioni definitive e inappellabili rispetto a un lavoro iniziato ormai 4 anni fa, quando gli esperti del ministero dell’Economia e delle finanze, dopo due diverse ispezioni – una sulle spese per il personale e sugli equilibri di bilancio della giunta, l’altra sui costi per i dipendenti del Consiglio –, durate dal 30 settembre al 20 dicembre 2013, certificarono numerose e gravi irregolarità.
La Regione ha elaborato per due volte le sue controdeduzioni: la prima con documenti separati per giunta e Consiglio, la seconda – dopo la richiesta di riformulazione del ministero – con un’unica nota comprensiva dei rilievi dei due enti. Tra pochi giorni si saprà se quelle “giustificazioni” avranno convinto la Ragioneria dello Stato. In caso contrario, i fondi erogati illegittimamente dovranno verosimilmente essere restituiti.
IL CONSIGLIO Particolarmente compromessa sembrava la situazione del Consiglio. Le somme contestate a Palazzo Campanella arrivavano infatti a un importo da capogiro: circa 35 milioni e 766mila euro. Soldi spesi, secondo il Mef, per liquidazioni di produttività ed erogazioni di compensi indebiti, progressioni economiche (orizzontali e verticali) illegittime e contratti decentrati non in linea con le direttive di legge. Una babele finanziaria, insomma.
LE MISURE ADOTTATE Negli ultimi due anni, però, subito dopo l’insediamento del segretario generale Maurizio Priolo, sono stati adottati diversi provvedimenti per armonizzare i conti e normalizzare le spese pazze a favore dei dipendenti dell’Astronave.
Tra i rilievi del Mef figurava il mancato rispetto dell’obbligo di riduzione dei costi per il personale della giunta (anno 2008) e del Consiglio (dal 2008 al 2010). Una criticità a cui si è cercato un rimedio aggregando le spese dei dipendenti dell’esecutivo e del parlamentino regionali.
Irregolarità erano state riscontrate anche in merito al procedimento di contrattazione decentrata per il personale non dirigente del Consiglio, con particolare riguardo all’omessa trasmissione all’Aran e al Cnel del testo contrattuale. E così Priolo, per tutti i contratti siglati in seguito all’ispezione, ha stabilito, tra le altre cose, la sottoscrizione dell’ipotesi di accordo in sede di delegazione trattante, l’acquisizione del parere del Collegio dei revisori dei conti, la deliberazione dell’Ufficio di presidenza, la trasmissione all’Aran e la pubblicazione sul sito del Consiglio di tutti gli atti.
RISORSE UMANE Il Mef, poi, contestava circa 5 milioni di euro relativi all’errata determinazione, per tutti gli anni dal 2008 al 2012, del fondo per lo sviluppo delle risorse umane e per la produttività del personale non dirigente del Consiglio. Un’anomalia a cui Palazzo Campanella ha risposto ricostituendo i fondi in coerenza con le controdeduzioni e aderendo al decreto “Salva Roma”, che prevede la riduzione del 10% delle spese per il personale e del 20% per l’organico dirigenziale.
Uno dei capitoli più spinosi riguardava le indebite liquidazioni delle indennità per la produttività, per una cifra di poco superiore agli 8 milioni di euro. Un rilievo a cui Palazzo Campanella ha replicato attraverso la ricostituzione dei fondi per la contrattazione decentrata e recuperando le erogazioni in eccesso a valere sui capitoli delle successive annualità.
PERFORMANCE È stato inoltre adottato il sistema di valutazione delle performance, con un adeguato grado di differenziazione nella distribuzione dei premi.
Altre «illegittimità varie» erano state riscontrate in merito alle procedure per le progressioni economiche orizzontali e verticali (contestati più di 500mila euro). Con la sottoscrizione del contratto collettivo decentrato integrativo 2016, sono stati definiti i criteri per le Peo del personale e, in coerenza con la normativa nazionale di sblocco delle progressioni, il Consiglio ha proceduto all’attribuzione della nuova posizione economica a un limitato numero di dipendenti, individuati sulla base di criteri selettivi e meritocratici.
E le irregolarità circa le cosiddette “Alte professionalità” e “Posizioni organizzative” (500 mila euro), che negli anni hanno determinato l’affidamento di incarichi di grande responsabilità a persone sprovviste dei necessari titoli accademici e le illegittime retribuzioni di risultato? Sono stati individuati i criteri per l’attribuzione degli incarichi: posizioni “gerarchiche” sulla base di criteri predeterminati, pubblicazione dei bandi e assegnazione degli obiettivi.
SEGRETERIE POLITICHE Tra i rilievi più onerosi – un milione e mezzo di euro – comparivano anche le liquidazioni, indebite, per la produttività, riconosciute ai membri delle segreterie politiche. A questo riguardo è stata condotta una verifica delle posizioni contestate che ha evidenziato, per gli anni 2008 e 2009, relativamente a 8 persone, un compenso di natura omnicomprensiva, che ha costituito negli anni indicati l’unico compenso accessorio. Gli stessi dipendenti sono rimasti quindi esclusi dall’attribuzione di qualsiasi “indennizzo” legato alla produttività collettiva e individuale.
SETTE MILIONI La cifra più consistente, pure questa ritenuta illegittima dal Mef, era quella inerente al fondo per il trattamento accessorio dei dirigenti del consiglio regionale: più di 7 milioni di euro. A Palazzo Campanella, tuttavia, sembrano aver azzeccato le giuste contromisure grazie alla ricostituzione del fondo per la contrattazione integrativa, per una riduzione di 815mila euro.
Per il ministero era irregolare anche il conferimento di incarichi dirigenziali a tempo determinato e di natura fiduciaria. Rilievo a cui il Consiglio ha dato seguito, subito dopo l’ispezione governativa, non concedendoli più.
L’Ufficio di presidenza di Palazzo Campanella, guidato da Nicola Irto, di recente ha anche approvato la riduzione da 22 a 16 dei settori del Consiglio, una mossa che permetterà di razionalizzare i servizi e di ridurre ulteriormente i costi. Il provvedimento, per essere esecutivo, dovrà comunque passare al vaglio dei sindacati.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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