LAMEZIA TERME È stato assolto, in appello, con formula «per non aver commesso il fatto», Domenico Chirico, 40 anni, coinvolto un paio di anni di fa nell’operazione “Lucignolo” e accusato di estorsione aggravata ai locali notturni di Lamezia Terme, tra i quali la discoteca Lucignolo, locale che diede il nome all’operazione. Chirico, detto “u duru”, difeso dall’avvocato Domenico Villella, aveva affrontato il processo di primo grado a Lamezia Terme, con rito abbreviato condizionato all’escussione di una teste, una tra i proprietari della discoteca Lucignolo. Condannato dal gup a 5 anni e 4 mesi, è stato assolto in Appello e ne è stata ordinata l’immediata scarcerazione, trovandosi il 40enne in regime di domiciliari cautelari.
L’uomo ha avuto dei precedenti giudiziari simili anche nel processo “Medusa”, contro la cosca Giampà e i suoi sodali. Condannato in primo grado per la sua presunta vicinanza alla cosca egemone di Lamezia, è stato assolto in appello. Quella che gli veniva contestata in “Lucignolo” era una cosiddetta estorsione ambientale, ossia una richiesta di denaro manifestata senza minaccia o violenza.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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