VIBO VALENTIA Non c’è pace per la ex statale 110, una delle storiche “trasversali” – il cui tracciato originario risale alla prima metà dell’800 – che attraversano l’entroterra calabrese collegando lo Jonio al Tirreno. Nella mattinata di giovedì è scattato il sequestro preventivo, disposto dalla Procura di Vibo, del tratto a ridosso del lago Angitola, che rappresenta per molti abitanti dei paesi delle Serre e delle Preserre l’arteria principale tramite cui raggiungere la costa tirrenica vibonese e lo svincolo autostradale di Pizzo.
Il sequestro eseguito oggi riguarda il crollo di una parte di strada, in località Giglioli nel territorio di Maierato, che aveva causato un periodo di chiusura al traffico, che fu poi riaperto dopo che la Provincia di Vibo aveva effettuato sul luogo una sorta di bypass per evitare il tratto franato. Oltre a procedere al sequestro, eseguito dagli uomini della Guardia di finanza vibonese, gli uffici guidati dal procuratore Bruno Giordano hanno iscritto nel registro degli indagati tre persone: un ex dirigente (oggi in pensione) e due funzionari della Provincia di Vibo, cui spetta la competenza sulla parte vibonese della ex statale 110. I lavori che sarebbero stati eseguiti negli ultimi anni – le indagini del Noe di Reggio Calabria e della Gdf hanno evidenziato che sul tratto in questione si verificano crolli già dal 2011 – secondo la Procura non avrebbero affatto risolto la situazione ma, al contrario, il rischio per l’incolumità pubblica sarebbe tuttora reale e tangibile. Per questo il sostituto procuratore Claudia Colucci ha formulato per i tre indagati l’accusa di aver cagionato la frana e di aver messo in pericolo la sicurezza pubblica (articoli 426 e 432 del codice penale, in concorso). La ex 110, oggi strada provinciale 3, torna dunque ad essere interdetta al traffico all’altezza del lago Angitola finché l’ente presieduto da Andrea Niglia – nominato amministratore giudiziario del tratto sequestrato – non provvederà a rimettere in sicurezza il tratto franato.
s. pel.
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