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Un fiume di coca per la "banda dei 32" – VIDEO e NOMI

REGGIO CALABRIA Una vasta operazione condotta dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro e diretta dalla Procura della Repubblica – Dda di Reggio Calabria, ha disarticol…

Pubblicato il: 23/03/2017 – 6:43
Un fiume di coca per la "banda dei 32" – VIDEO e NOMI

REGGIO CALABRIA Una vasta operazione condotta dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro e diretta dalla Procura della Repubblica – Dda di Reggio Calabria, ha disarticolarto un’organizzazione criminale dedita all’importazione di cocaina dal Sudamerica, con esecuzione di 18 fermi e con il sequestro di oltre 300 kg complessivi di stupefacente. L’organizzazione era attiva in Calabria, Sicilia e Toscana. L’inchiesta ha permesso agli investigatori di ricostruire rotte e metodi per l’importazione di coca (e non solo) dal Sudamerica. 

LE COSCHE IN AFFARI Le indagini, coordinate dalla Dda, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, composta da soggetti vicini a diversi sodalizi criminali riconducibili alle famiglie Bellocco di Rosarno, Molè – Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova e Paviglianiti, quest’ultima attiva sul versante jonico reggino. Tra i soggetti fermati, compare anche Michele Bellocco, accusato del coinvolgimento nell’importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica.

IL PORTO DI LIVORNO Le indagini hanno consentito di dimostrare, ancora una volta, come i clan calabresi siano in grado di contrattare, direttamente con i cartelli sudamericani, l’acquisto di grosse partite di stupefacenti. Difatti, nel corso dell’operazione, i militari hanno sottoposto a sequestro presso il porto di Livorno 300 kg di cocaina e circa 17 kg di codeina, riuscendo, poi, a ricostruire un’ulteriore importazione di narcotico pari a 57 chilogrammi di cocaina, oltre ai numerosi altri tentativi di importazione non andati a buon fine. Ma la consorteria non si limitava alla sola redditizia cocaina. Le indagini hanno provato, infatti, come i sodali riuscivano ad ottenere lauti guadagni anche dalla compravendita di importanti partite di marijuana e hashish.

COINVOLTO UN  LIBERO PROFESSIONISTA L’operazione, condotta dalle Fiamme gialle della Sezione Goa del Gico di Catanzaro, con il supporto del II Reparto del Comando generale e della Dcsa, ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, quali commercianti e professionisti, che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina. Sintomatico, a tal proposito, è quanto scoperto dai finanzieri che, partiti dalla potente organizzazione di narcos operante tra Rosarno, Gioia Tauro, Melicucco e San Luca, hanno esteso il raggio d’azione nei confronti anche di un libero professionista, anch’egli finanziatore, nonché acquirente di ingenti partite di sostanze stupefacenti, sempre provenienti dal Sudamerica.

LA BANDA DEI 32 L’inchiesta ha, così, consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese. Organizzazioni che curano le importazioni in ogni dettaglio, riducendo al minimo le comunicazioni e scegliendo accuratamente ove far giungere la cocaina. Non è un caso, difatti, che i narcotrafficanti abbiano deciso di far arrivare la parte più sostanziosa dei carichi di droga al porto di Livorno, potendo lì godere dell’appoggio, in particolare, di un soggetto di origini calabresi, emigrato in quella zona da anni, il quale è riuscito a costruire una vera e propria squadra di lavoro in grado di agire indisturbata nel porto, aprire i containers, estrarre il prezioso carico e portarlo lontano da “occhi indiscreti”.

SOTTRATTI AI NARCOS 100 MILIONI L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione delinquenziale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 100 milioni di euro una volta raggiunte le piazze di spaccio. Nel corso dell’indagine è stato sviluppato lo stretto coordinamento con la Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze.

I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE 
Domenico Arcuri classe 1985
Marco Arcuri classe 1971
Michele Auddino classe 1957
Michele Bellocco classe 1980
Michelangelo Ciocchetti classe 1975
Errico D’Ambrosio classe 1984
Sandro Favasuli classe 1969
Domenico Grasso classe 1956
Dhimiter Kalthi classe 1970
Francesco Novello classe 1978
Vincenzo Palumbo classe 1991
Margarita Alejandra Rodriguez classe 1988
Andres Salazar Garcia classe 1979
Salvatore Scandinaro classe 1966
Antonio Sorrenti classe 1963
Paolo Talia classe 1965
Vincenzo Voto classe 1963
Pietro Bonaventura Zavettieri classe 1962