CATANZARO Gli alti papaveri della Regione potrebbero presto dover restituire più di 18 milioni di euro. Soldi che la Cittadella ha sborsato per quelle che il ministero dell’Economia giudica come illegittime retribuzioni (di posizione e individuale) a favore dei dirigenti. I grand commis della Calabria sono i protagonisti assoluti dell’ultima relazione stilata dalla Ragioneria generale dello Stato, nella quale vengono confermate 41 criticità contabili sul totale delle 50 emerse al momento dell’ispezione dei tecnici del Mef, avvenuta nel 2013. Non è, comunque, un giudizio definitivo: il ministero procederà con le valutazioni conclusive solo dopo l’approvazione dei nuovi provvedimenti sui rilievi ancora da regolarizzare. La giunta guidata da Mario Oliverio ha, insomma, un altro po’ di tempo per cercare di correre ai ripari.
RECUPERO SOMME Nel documento, il Ragioniere dello Stato, Daniele Franco, sollecita la Regione a procedere al recupero delle somme «indebitamente erogate» in merito all’«illegittimo superamento della consistenza del fondo della dirigenza della giunta regionale, che ha comportato un indebito esborso» per quanto riguarda la retribuzione di posizione (più di 10 milioni) e individuale (3). «Dalle argomentazioni prodotte, per stessa ammissione dell’amministrazione regionale – è scritto nella relazione –, si evince che non è stata data ancora attuazione concreta alla metodologia per la graduazione delle funzioni dirigenziali. Né si possono condividere le considerazioni fornite dall’ente a giustificazione di una indennità superiore a quella minima prevista in considerazione dell’articolazione complessa degli uffici regionali». Questo perché la natura di struttura complessa «deve essere desumibile da condizioni oggettive, oltre che da un atto che formalmente la individua come tale e cui consegue la cosiddetta “pesatura” delle funzioni dirigenziali». Altri 3,7 milioni riguardano l’«illegittima corresponsione» della retribuzione di risultato con risorse di bilancio, «in assenza della contestuale riduzione del fondo».
Più o meno la stessa situazione in cui si trovano i manager del consiglio regionale, a cui vengono contestati circa 2 milioni di euro. Fino al 2013, rivela la Ragioneria dello Stato, «ai dirigenti non sono stati assegnati gli obiettivi da perseguire ai quali correlare l’erogazione della retribuzione di risultato».
ALTRE INDENNITÀ C’è poi la questione inerente alle indennità per i direttori generali della giunta riconosciute senza motivazioni. I compensi «maggiorativi» possono essere cioè essere inseriti «solo eccezionalmente (e motivatamente), allorché la funzione richiesta al personale assunto a termine si discosti da quella ordinariamente prevista per la posizione da ricoprire. Sul punto, invece, non sono stati forniti chiarimenti sulla scelta operata dall’amministrazione regionale di avvalersi di dirigenti generali tutti esterni e attribuendo loro maggiorazioni retributive nel limite massimo previsto in assenza di motivazioni esplicative».
INCENTIVI Il ministero ha anche chiesto un giudizio alla Corte dei conti in merito agli incentivi del personale (gettoni di presenza, compensi per assistenza fiscale), per un totale di 1,6 milioni. I chiarimenti forniti dalla Regione rispetto a questo ulteriore rilievo, infatti, «possono ritenersi solo parzialmente idonei al superamento delle irregolarità».
ASSUNZIONI Ma il lavoro dei giudici non è finito. Il ministero ha demandato alla Corte dei conti anche la valutazione su tutta una serie di assunzioni probabilmente illegittime avvenute nel 2009: 6 dirigenti a tempo indeterminato, 2 a tempo determinato, 2 direttori generali, 142 collaboratori, 14 consulenti e 95 lavoratori di categoria D3. (3. Continua)
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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