CATANZARO «La giustizia tributaria in Calabria lavora, lavora molto. I numeri sono importanti perché tutto il sistema tributario, fra primo e secondo grado, nel corso dell’anno ha prodotto 22 mila sentenze. Numeri che stanno alla pari con quelli della Lombardia e del Piemonte ma con organici particolarmente risicati. Questo è il dato quantitativo. Dal punto di vista qualitativo il discorso diventa più variegato e più complesso. Vi è un ricorso alla giustizia tributaria per liti di scarsissimo valore e questo è, probabilmente, espressione della crisi economica della nostra terra e dell’intenzione del contribuente di rimandare il pagamento delle imposte». Questa la valutazione del procuratore di Cosenza, e presidente della commissione tributaria regionale, Mario Spagnuolo, che ha presieduto l’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario avvenuta sabato in un’aula della corte d’Appello di Catanzaro.
La nota dolente è l’organico. Non solo non sono arrivati rinforzi ma qualcuno è anche andato via. «Purtroppo – ha ribadito Spagnuolo a margine dell’inaugurazione – la giustizia tributaria continua a essere considerata una giustizia di tipo ancellare e secondario. Ma questo è fondamentalmente sbagliato. Basti pensare che solo quest’anno il sistema tributario, nel suo complesso, ha giudicato liti per il valore di 31,8 miliardi di euro. Un valore che è molto più di una buona finanziaria».
Da punto di vista legislativo, spiega il procuratore capo di Cosenza, si è «in una fase di stallo perché ancora non si è deciso se, come e quando riformare la giustizia tributaria. C’è una tendenza a cercare sistemi deflativi, cioè la risoluzione della questione non davanti al giudice tributario ma in fase di pre-contenzioso. Tutto questo spero dia dei buoni risultati».
PIÙ CONTROVERSIE A COSENZA E REGGIO Secondo i dati forniti dalla relazione «emerge in particolare, che, dal punto di vista territoriale, le controversie si concentrino in maggior parte nelle due province di Cosenza e Reggio Calabria, in primo grado, mentre è significativo l’aumento delle sopravvenienze davanti al giudice dell’Appello».
Nonostante le gravissime carenze di organico, le commissioni tributarie provinciali di Cosenza e Catanzaro hanno «significativamente ridotto le pendenze» e la commissione regionale ha aumentato nel 2016 il numero di controversie decise del 40% rispetto al 2015.
TANTE CONTROVERSIE DI MODESTO VALORE La situazione attuale è caratterizzata da: «un elevato numero di controversie di modesto valore; una forte domanda di sospensione della riscossione da parte dei contribuenti; un esiguo ricorso alla conciliazione giudiziale; un marcato utilizzo della compensazione delle spese di giudizio nelle fasi di merito».
«Probabilmente su ciò incide negativamente la congiuntura economica, particolarmente avvertita in Calabria – spiega Spagnuolo nella relazione –, per cui il contribuente mira, ricorrendo alla giustizia tributaria, a dilazionare i tempi di soddisfacimento della pretesa tributaria».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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