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La nuova Calabria Verde di Mariggiò

CATANZARO «C’è tantissima gente umile che si sta sforzando, ci sono tantissimi collaboratori onesti. Io conto su queste persone». Aloisi Mariggiò è il commissario di Calabria Verde da quando il ter…

Pubblicato il: 25/03/2017 – 16:19
La nuova Calabria Verde di Mariggiò

CATANZARO «C’è tantissima gente umile che si sta sforzando, ci sono tantissimi collaboratori onesti. Io conto su queste persone». Aloisi Mariggiò è il commissario di Calabria Verde da quando il terremoto giudiziario ha decapitato i vecchi vertici dell’ente strumentale della Regione. Il suo discorso davanti alla platea della Fai Cisl è quello di un manager che non ha intenzione di costruire una carriera politica a partire dalla sua esperienza al timone dell’azienda regionale.
Il generale dei carabinieri sta preparando un report che viaggia assieme a una serie di segnalazioni inoltrate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Le cose da sistemare nella società erano tante. «Le faremo tutte – spiega ai lavoratori –. C’è da fare il contratto, il contratto lo faremo. C’è da sistemare la gente e la sistemeremo. Però ai dipendenti io chiederò qualcosa: un poco poco più di motivazione, perché vedo delle “cosine” strane. Mi aspetto una presa di coscienza da parte di tutti».
«Sento parlare di scarse risorse – continua –: ci siamo visti in presidenza e ne abbiamo parlato, mancano un bel po’ di milioni di euro. Col presidente Oliverio parleremo per trovare questi fondi. Li troveremo cercando di far dare a Calabria Verde i nuovi compiti».
Qualcosa sta cambiando, però. Il commissario racconta un intervento che, col tempo, sembrerà ordinario ma dopo anni di illogicità amministrativa pare quasi straordinario: «Il presidente Oliverio mi segnalò un’esigenza che c’era a Roseto Capo Spulico: abbiamo risistemato, con tre autisti e due mezzi meccanici, 5-600 metri di un alveo pericoloso».
Non è banale, e per averne la percezione basta riprendere alcuni passaggi che lo stesso Mariggiò aveva evidenziato nella relazione allegata al Bilancio 2015. «L’assoluta mancanza di mezzi meccanici adeguati e le limitazioni contrattuali previste per il personale impiegato nella sorveglianza idraulica, non hanno consentito di effettuare l’auspicato salto di qualità», scriveva. Ma c’era di peggio: «In tema di valorizzazione del demanio forestale sono mancati sia la pianificazione che la progettazione e la programmazione. Non esistono, per l’anno 2015, progetti esecutivi…». Nonostante l’approvazione nel 2014 di «un piano attuativo che prevedeva l’impiego di risorse per un importo di euro 304.565.629». Un disastro che, davanti a una gara appena bandita in tempi record, fa dire a Mariggiò: «È la prima volta per Calabria Verde; io spero di farne partire tante altre, ma spero anche di non durare tanto, perché questi impegni stancano».
I forestali dotati di paletta e secchiello sono apparsi anche sul Corriere della Sera: «Non avevo un mezzo meccanico quando sono arrivato. Ora con gli strumenti arrivati dalla Protezione civile e dalle Comunità montane stiamo facendo interventi importanti». «Per la questione delle pale ci hanno un po’ messo in ridicolo, ma ho scoperto che quella pala non è pagata dall’azienda. C’è un’indennità attrezzi, ognuno si compra il suo, dal più leggero al più pesante».
Ora gli stipendi arrivano con una cadenza soddisfacente («c’è stato un ritardo nei pagamenti solo all’inizio dell’anno») e si pensa anche a esigenze delicate. «Un dipendente si doveva ricoverare e non aveva i soldi per pagare il ticket: ho detto “sai che me ne frega”, paghiamo 20 mila euro di contravvenzione ma facciamo un’anticipazione per questo povero disgraziato». Applausi. Che tornano quando il generale-commissario racconta un altro aneddoto raccolto tra i corridoi dell’azienda: «Le prime due persone che ho incontrato in azienda erano due ex detenuti che avevano scontato 20 anni di carcere in via continuativa per sequestro di persona. Con loro si erano innescate problematiche di carattere amministrativo: pretendevano l’assunzione, volevano passare da tempo determinato – lo erano 20 anni fa e nel frattempo si sono succedute tre aziende –, a tempo indeterminato. Ho resistito, però c’è un dovere: è gente che ha pagato ed è gente che va recuperata e va assistita. Quest’anno li assumerò a tempo determinato, proprio per recuperarli». È un nuovo corso, quello di Calabria Verde. Più efficiente senza dimenticare l’umanità. Mariggiò non vuole restare troppo a lungo ma sarebbe bene che si fermasse per un po’.

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