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Catanzaro tra voto virtuale e città reale

Si esalta il sindaco di Catanzaro nel generale silenzio della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale che stenta a partire. Il silenzio degli altri fa emergere il suo prota…

Pubblicato il: 27/03/2017 – 8:54

Si esalta il sindaco di Catanzaro nel generale silenzio della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale che stenta a partire. Il silenzio degli altri fa emergere il suo protagonismo. In questi giorni dimostra di attaccarsi a qualsiasi iniziativa pur di dimostrare quanto bravo e attento sia stato nell’affrontare i problemi della città e nel determinarne la sua crescita che, diversamente, sarebbe stata imponderabile.
Se Catanzaro oggi fosse considerata in astratto la città del futuro, gran parte del merito andrebbe ascritto sicuramente a chi l’amministra da circa 20 anni e anche alla sua pattuglia politica che gli ha tenuto bordone assecondandolo in ogni iniziativa. Ma, in tal caso, che senso avrebbe sottolineare che il centro storico versa in uno stato di abbandono generalizzato? Che sono più gli esercizi commerciali che hanno abbassato le serrande rispetto a quelle che la mattina le alzano? Che i servizi sono quasi da terzo mondo; che le strade sono un colabrodo; che i marciapiedi sono sporchi; che la viabilità è lasciata all’arbitrio; che si avverte l’assenza dei vigili urbani; che si è perduta persino la salutare abitudine della passeggiata serale lungo Corso Mazzini, un tempo il salotto buono della città.
Che senso ha riproporsi sperando di riottenere ancora il mandato a governare? Con quali prospettive? Con quali garanzie per i cittadini? Eppure ne deve dare se insiste a voler continuare ad amministrare e non riesce a capire che è giunto il momento di fare un passo all’indietro e lasciare ad altri l’incombenza di risollevare le sorti di una città cui persino il “pennacchio” di capoluogo di regione può anche sembrare anacronistico.
Naturalmente quando non si ha più la capacità di valutare il senso della misura diventa difficile tutto, persino lasciarsi andare in una serena riflessione sul proprio operato il che renderebbe più facile ogni cosa. Ecco perché appare ingiusto che Abramo si riproponga ai catanzaresi e chieda loro il supporto per raggiungere l’obiettivo dell’ennesimo mandato politico. È questo l’unico modo per leggere ogni cosa, anche la meno significativa, come motivo per un compiacente titolo sui quotidiani; l’ultima “trovata” elettorale è stata quella di essersi ascritto la travolgente iniziativa della messa a dimora di alcuni alberi nella “coloratissima” Piazza Matteotti. Ma, a proposito qual è la particella interessata considerato che la piazza è stata “parcellizzata” per accontentare le richieste avanzate al sindaco?
Siamo in presenza di una vera esaltazione del nulla!
Iniziative che non si fermano solamente agli alberi di Piazza Matteotti, ma che intendono scendere fin dentro le viscere di una campagna elettorale che si preannuncia senza riserve, aperta ad ogni senso dell’opportunismo politico ritenendo forse i catanzaresi una collettività acritica, incapace di discernere.
A tre mesi dalle elezioni e con una indagine che si vuole compiuta su un campione di 800 elettori, Abramo si presenta ai catanzaresi per dire che sarà lui il sindaco anche per il prossimo quinquennio. «Il suo – secondo l’indagine – sarà un vantaggio piuttosto netto rispetto agli altri contendenti», perché il risultato dice che sarà eletto con il 51,8 per cento dei voti, nientedimeno che al primo scrutinio; dunque senza neanche scomodarsi di andare al ballottaggio. Auguri! Potrà in tal modo continuare, nel caso si verificasse la fantasiosa indagini, a riacciuffare lo scranno più alto nell’aula rossa di Palazzo de Nobili.
Ilarità a parte, bisognerà capire su cosa poggia quella percentuale del 96% del campione intervistato visto che i cittadini dicono, invece, di non sentirsi soddisfatti di come sia stata amministrata Catanzaro. Attribuiscono al sindaco uscente la responsabilità di avere ridotto la città in un colabrodo; la sua amministrazione, si sostiene, sarà ricordata per avere promosso la raccolta differenziata dei rifiuti riuscendo a trasformare la città in una grande pattumiera con l’unico merito di aver reso variopinte le strade con i cassonetti sui marciapiedi che rendono difficoltoso il transito dei pedoni e maleodorante l’aria circostante.
Nonostante ciò i sondaggi, come detto, danno ad Abramo una percentuale del 96% del campione. Se questo dato, per ipotesi dialettica, rispondesse al vero non resterebbe che intendersi di cosa possano lamentarsi gli elettori. E, ciliegina sulla torta, il 2,5 per cento dei catanzaresi disposti, sempre secondo il campione, a rivotare il sindaco uscente, sono seguaci dell’a-democratico Salvini. Sì, avete capito bene il due e mezzo per cento degli elettori catanzaresi sosterrebbero il leader della Lega Nord, quel movimento che da venticinque anni lancia insulti nei confronti delle popolazioni del Sud anche se, negli ultimi tempi, ha fatto giungere qualche laconica scusa. Resta da capire se sono state dette dopo una attenta e ponderata meditazione, oppure si è trattato di un ripensamento di facciata, per cercare di espandere il consenso oltre i confini padani. Può, comunque, un uomo di quella fatta diventare un personaggio in una città del Sud? Possono i suoi voti essere accettati da un candidato dalla solida cultura democratica?
Naturalmente alla fine si può scegliere, per convenienza, di essere personaggio o sedicente tale ma sapendo che, alla fine, i catanzaresi sceglieranno il personaggio!

*giornalista

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