CATANZARO «Le gravi affermazioni di Carlo Tansi, dirigente della Protezione civile regionale, hanno sollevato, nostro malgrado, una serie di pesanti dubbi sull’operato dell’intera classe dirigente della regione Calabria». Il sindacato Cisal ritorna sulle denunce del manager – riportate dal Quotidiano del Sud – nei confronti del settore Economato della Regione che, a suo dire, opererebbe una «opposizione ostinata del tutto ingiustificabile» e una «ritrosia a venire incontro ad ogni qualsivoglia richiesta di supporto e condivisione nello svolgimento delle attività». Tanto da costringere Carlo Tansi a pagare di tasca sua la presentazione dei progetti di ristrutturazione delle sedi della Protezione civile.
«Se le dichiarazioni pubbliche del dirigente della Protezione civile sugli ostacoli che avrebbe incontrato durante la sua gestione operativa a causa dell’ostatività del dirigente del settore Economico e di conseguenza del dirigente generale del dipartimento Personale avessero un fondamento preciso – scrivono dalla Cisal –, non potremmo esimerci dal chiedere, come sindacato, un intervento rapido, serio e deciso del governo regionale e in primis del presidente Oliverio, nonché degli organi ispettivi e di controllo del consiglio regionale, anche per gli aspetti sindacali che assume la vicenda aperta da siffatte affermazioni».
Nel caso in questione, la Cisal chiede «che il Ernesto Forte, dirigente del settore Economato della Regione Calabria sia audito dalla Commissione speciale di Vigilanza del consiglio regionale per riferire in merito a tali presunti “comportamenti ostativi” e del fatto “che opera una opposizione ostinata del tutto ingiustificabile e una ritrosia a venire incontro ad ogni qualsivoglia richiesta di supporto e condivisione nello svolgimento delle attività” di Protezione civile».
«Se dovesse emergere che il dottor Tansi ha ragione – si legge nella nota della Cisal – la Regione dovrà sollevare immediatamente il dirigente Ernesto Forte dal proprio incarico e aprire nei suoi confronti un procedimento disciplinare; allo stesso modo occorrerebbe fare nei confronti di Bruno Zito (dirigente generale del dipartimento Organizzazione e Personale) per “omesso controllo”. Infatti, non possono certamente passare inosservate le pesanti e circostanziate accuse di Tansi nei riguardi sia del dirigente del settore Economato sia del dirigente generale e persino del capo di Gabinetto della giunta regionale, Gaetano Pignanelli, cui è stata data formale comunicazione “degli ostacoli burocratici ed economici che stanno affliggendo la sua struttura”. Una lettera che risulta essere un atto di accusa chiaro e circostanziato ai dirigenti regionali che utilizzerebbero la burocrazia come “arbitrario pretesto per giustificare i propri atteggiamenti”».
Una cosa gravissima, insomma. «In considerazione dell’importanza del servizio di Protezione civile che, per quanto espresso dal suo dirigente, sarebbe stato compromesso in termini di efficienza, si rende necessario – ribadisce la nota della Cisal – che vengano assunte tutte le determinazioni del caso e, attesa la gravità delle dichiarazioni, sarebbe opportuno che il Bruno Zito, con l’incarico di direttore generale e Gaetano Pignanelli con l’incarico di capo di Gabinetto della Regione Calabria, sollevino Ernesto Forte dall’incarico di dirigente del settore Economato per evitare il perpetrarsi di tale situazione. Le accuse sollevate da Tansi, qualora fossero fondate, sono infatti lesive dell’immagine della regione tutta».
Non è tutto, perché «dovrà essere fatta chiarezza in merito alla comunicazione inviata da Carlo Tansi il 15 marzo 2017 ai tre dirigenti regionali circa l’attività istruttoria effettuata sugli straordinari richiesti dai dipendenti della Protezione civile regionale nel triennio 2011, 2012 e 2013 poiché “a fronte di una spesa quantificata inizialmente (come debito fuori bilancio) di un milione e 300 mila euro, ad oggi se ne spenderebbero solo 20 mila”. Soprattutto nel caso si dovesse accertare che la cifra sugli straordinari sia stata quantificata senza “idoneo supporto documentale sulle posizioni oggetto di riconoscimento del debito”».
«Si può a questo punto – conclude la Cisal – a tutela del decoro dell’ente Regione, del corretto operato dell’amministrazione e a difesa dei lavoratori pretendere dalla giunta regionale e dal dipartimento Organizzazione e Personale una doverosa informativa sullo stato dell’arte e un’individuazione chiara delle responsabilità che hanno portato a questo disastro?».
«Al contrario – rileva la Cisal – se così non fosse sarebbe invece grave l’immobilismo da parte di chi detiene il potere e l’accettazione di simili accuse. Alla luce di quanto emerso, pretendiamo dalla Regione la verità».
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