COSENZA «Oltre cinquanta pagine di “visioni” in cui non si riesce a trovare un’idea complessiva di città e non c’è nessun riferimento alle fonti di finanziamento per realizzare la sfilza di progetti già presentati durante la campagna elettorale». È quanto afferma Bianca Rende, consigliere comunale del Pd di Cosenza, all’indomani dell’approvazione del documento che contiene le linee programmatiche del sindaco Mario Occhiuto.
«Ci è stato riproposto – prosegue Rende – un vero e proprio riassunto delle pubblicazioni elettorali, tanto è vero che ad un certo punto ci si rivolge ai cittadini chiedendo un aiuto alla riconferma per portare a termine questo programma. E’ un sintomo della scarsa o nulla considerazione nella quale il sindaco tiene questo civico consesso che lui vede come l’ultimo ostacolo a quel potere assoluto di cui crede di essere stato insignito dal voto dei cittadini. È lo stesso libro dei sogni che ha portato il 60% dei cosentini a fare un atto di fede e a dare il proprio voto al Sindaco che oggi, nove mesi dopo la campagna elettorale, ci ripropone le stesse colate di cemento di prima».
Secondo Bianca Rende la realtà sarebbe ben lontana da quella disegnata da Occhiuto: «Cosenza è oggi una città poco inclusiva, a tratti ghettizzante, protesa alla ricerca di realizzare opere materiali per attrarre improbabili gruppi di turisti che, se pure arrivassero, troverebbero una situazione sociale degradata, ai limiti della povertà diffusa, per nulla in sintonia con le piazze, le fontane e le zone pedonalizzate. Noi – prosegue l’esponente del Pd – abbiamo una idea diversa di città, inclusiva, dedita al recupero del patrimonio storico ed abitativo, attenta ai bisogni ed alle necessità dei cittadini meno abbienti, delle famiglie diventate povere, dei migranti, dei giovani e meno giovani senza lavoro, delle famiglie spesso lasciate sole ad occuparsi dei loro figli con disabilità. Ma non siamo lontani neppure dall’apparato produttivo, dalle tante imprese che lottano ogni giorno per garantire ai propri dipendenti il pagamento dello stipendio e non godono di affidamenti fiduciari da parte del Comune. La nostra idea è selezionare con manifestazione di interesse qualificando le imprese di fiducia, per poi procedere ad affidamento con meccanismo di rotazione, attraverso convenzioni con organismi di rappresentanza».
Un documento che, secondo la consigliera comunale del Pd, tradisce le aspettative anche per quanto riguarda il recupero del centro storico: «Davanti ai crolli ed ai nostri allarmi lanciati in consiglio comunale, pensavamo avesse preso importanza il considerare alcuni interventi di consolidamento e messa in sicurezza di quel quartiere. Tra quei 43 milioni indicati per interventi strutturali, non c’è un solo euro previsto per il censimento statico e storico artistico delle abitazioni del centro storico, da noi più volte invocato». «Manca poi – aggiunge – qualsiasi riferimento alla Città unica. Progettare la Città Unica è fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei prossimi anni. Integrare e mettere a sistema la sanità, i trasporti, i rifiuti, il ciclo idrico, le attività culturali, il governo del territorio, è una grande opportunità per migliorare la qualità della vita dei cittadini e proiettarla nel futuro più competitivo».
«Cosenza nelle linee programmatiche del sindaco ragiona con se stessa, è una monade. Quale visione guida la politica culturale? Si parla di turismo e cultura con la prosopopea di prescindere dagli altri operatori privati e pubblici mentre rischia di chiudere la prestigiosa Biblioteca Civica. In alcuni passaggi le contraddizioni sono insanabili con la realtà che conosciamo e viviamo. Il documento – prosegue Rende – è pieno di definizioni da Wikipedia con nessun aggancio con la realtà: buone per Cosenza come per Messina o Pontassieve. Siamo ancora, dopo sei anni, di fronte alla figura dell’uomo solo al comando che come uomo della provvidenza snobba il contributo del Consiglio democraticamente eletto, vissuto quasi come un orpello. Coerentemente con questa impostazione, quello che ci propone è un programma figlio dell’antipolitica. Nulla di ciò che in questi mesi si è discusso in commissione, dove anche i consiglieri di maggioranza si spendono con generosità, trova traccia nel Bilancio di previsione. Mentre il Governo investe su Sia e reddito di inclusione, dov’è il rilancio del settore Welfare comunale che abbiamo auspicato nel consiglio dedicato? Dove sono gli atti amministrativi e politici a base della costituzione della task force congiunta sulla materia, proposta dall’opposizione e a parole accolta dal sindaco?».
«L’invito al sindaco – conclude Bianca Rende – è quello di individuare, magari in concomitanza con il bilancio di previsione, delle priorità di intervento, purché misurabili e verificabili, che coincidano con quelle avvertite dai cittadini e sulle quali siamo pure disposti a dare il nostro aiuto. Il resto è solo poesia».
x
x