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Strage di Caraffa, dubbi sul suicidio del killer

CATANZARO Luci ancora accese e nuove indagini sulla morte in carcere di Claudio Tomaino, trovato morto nella sua cella del carcere di Viterbo il 18 gennaio del 2008. Un’ordinanza del gip di Catanza…

Pubblicato il: 28/03/2017 – 10:54
Strage di Caraffa, dubbi sul suicidio del killer

CATANZARO Luci ancora accese e nuove indagini sulla morte in carcere di Claudio Tomaino, trovato morto nella sua cella del carcere di Viterbo il 18 gennaio del 2008. Un’ordinanza del gip di Catanzaro respinge le richieste di archiviazione avanzate dall’accusa. Una morte, quella Tomaino, che porta con sé ancora troppi dubbi irrisolti sui quali il giudice per indagini preliminari Barbara Sacca vuole fare luce prima di bollare la morte dell’uomo come suicidio. Una tesi – come riportato dal quotidiano Il Dubbio – fortemente respinta dalla famiglia di Tomaino.

UNA MORTE SOSPETTA Tomaino è morto per soffocamento. Secondo le autorità carcerarie si sarebbe infilato un busta di plastica in testa nella quale avrebbe immesso il gas del fornelletto scaldavivande. Ma sul volto dell’uomo, sulla federe e sul suo cuscino sono state trovate delle tracce di sangue. Il suo compagno di cella ha affermato di non essersi accorto di nulla, ha raccontato però che Tomaino il giorno prima sarebbe stato aggredito e pestato da altre persone.
Per quanto riguarda l’autopsia l’avvocato della famiglia ha denunciato l’esame come «assai sommario».
L’uomo, inoltre, si sarebbe suicidato pochi giorni prima dell’udienza davanti alla corte d’Assise di Catanzaro in cui avrebbe dovuto esser deposta una perizia psichiatrica circa le sue condizioni di salute mentali.

LA STRAGE DI CARAFFA Lunghe ombre si stendono anche sulle cause per le quali Tomaino di trovava in carcere. Si era autoaccusato di essere l’autore della strage di Caraffa, del 27 marzo 2006, nella quale venne trucidata un’intera famiglia: Camillo Pane e la moglie Annamaria insieme ai figli Eugenio e Maria, di 20 e 18 anni. Erano zii e cugini di Claudio Tomaino. Un solo autore per una strage commessa, secondo le parole dell’unico imputato, per motivi economici e non solo. Ma questa tesi non ha mai convinto la madre di Tomaino, Maria Pane, la quale tramite un esposto presentato alla procura di Catanzaro dall’avvocato Noemi Balsamo, aveva chiesto di fare riaprire le indagini sul terribile delitto. Con la morte di Tomaino si spegne la possibilità di scoprire gli eventuali complici della strage.

NUOVI ACCERTAMENTI Per il gip di Catanzaro e il gip di Viterbo – che a luglio dello scorso anno respinse la richiesta di archiviazione dell’accusa – sono necessari nuovi accertamenti sul sangue trovato nella busta e sul letto dell’uomo. È necessario, inoltre, cercare tracce biologiche sul fornello e sulla busta di plastica usate per il soffocamento. È inoltre necessario sentire la madre di Tomaino in merito a delle lesioni che la donna avrebbe riscontrato sul corpo del figlio, nel corso dei colloqui, giorni prima del decesso.

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