REGGIO CALABRIA Fondi distratti per scopi diversi da quelli per cui sono stati assegnati, forse spariti, forse – secondo la Procura di Reggio Calabria – sperperati. Mentre Reggio Calabria si appresta a salutare padre Giovanni Ladiana, volto pubblico dell’unico movimento antimafia che abbia fatto della “gratuità dell’impegno” la propria parola d’ordine, un nuovo ciclone si abbatte sull’ennesima associazione che svolge la propria attività anche grazie a finanziamenti pubblici.
Dopo le condanne che hanno colpito Rosy Canale, il processo che vede imputato Claudio La Camera, adesso tocca a Riferimenti-Gerbera Gialla, fondata da Adriana Musella, fornire spiegazioni ai magistrati.
MUSELLA INDAGATA Ne dà notizia il Quotidiano del Sud, secondo cui la presidente di Riferimenti è formalmente indagata dalla Procura di Reggio Calabria. Lunedì scorso, Musella è stata interrogata per oltre due ore dal pm Sara Amerio e dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni. Sguardo basso, volto tirato, al termine dell’interrogatorio la presidente di Riferimenti, scortata dalla sua legale, ha infilato in fretta l’ascensore del sesto piano del Cedir. «Sono stata convocata in Procura solo per qualche chiarimento e non mi è stata mossa alcuna contestazione di reato» ha detto Musella.
DE RAHO CONFERMA E MUSELLA PURE Dalla procura però confermano che la presidente di Riferimenti-Gerbera Gialla è indagata per appropriazione indebita. «C’è stato un interrogatorio e Musella ha risposto. Adesso esamineremo la documentazione prodotta in quella sede» conferma il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho. «Gli esami non finiscono mai, diceva Edoardo, ed è proprio vero», commenta questa mattina Adriana Musella su Facebook, affermando di aver presentato della documentazione in Procura. «È in atto un’indagine a mio carico» ammette, pur sostenendo che «non mi sorprende, avendo sollecitato io stessa l’accertamento della verità». E conclude: «La mia coscienza è tranquilla e continuerò a lavorare come ho sempre fatto. Spero di poter superare questa ulteriore prova che la vita mi riserva».
LE ACCUSE Secondo quanto fin qui emerso, la nota presidente della Gerbera Gialla-Riferimenti, avrebbe fatto un uso non del tutto consono e conferente dei fondi che nel tempo le sono stati assegnati. Circostanze svelate un anno fa dal Corriere della Calabria, che con una documentata inchiesta aveva messo in luce una serie di criticità nella gestione dei finanziamenti ricevuti, in massima parte da enti pubblici. Nel giro di pochi anni, nelle casse dell’associazione sono entrate infatti diverse centinaia di migliaia di euro grazie al Consiglio regionale (che con Riferimenti firma un protocollo triennale da 165 mila euro per la costruzione di un percorso antimafia in Calabria) e altri enti e pochi spiccioli da donazioni di privati o tessere soci.
L’INCHIESTA DEL CORRIERE Tutti soldi utilizzati anche per incarichi assegnati a figli e familiari, pranzi e cene organizzati presso locali di parenti, calendari e libri stampati con fondi del Consiglio regionale e poi comprati dallo stesso Consiglio. Queste non sono che alcune delle “curiosità” che Corriere della Calabria aveva fatto emergere spulciando i rendiconti, dove negli anni sono finiti anche contravvenzioni, tasse, parcheggi e anche acquisti fatti fuori regione, al pari di quei viaggi in taxi, soggiorni in albergo e cene in ristoranti lontani dalla Calabria, ma coperti anche con i finanziamenti del Consiglio regionale calabrese.
I BLITZ IN CONSIGLIO Circostanze ritenute in seguito di interesse investigativo dalla procura di Reggio Calabria, che ha ordinato alla Guardia di finanza di approfondire. E i militari più volte si sono presentati a Palazzo Campanella per acquisire gli atti relativi ai finanziamenti negli anni concessi all’associazione.
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