Il 30 marzo dalle 10:45 alle 13:30, la ministra Fedeli sarà ospite del Liceo Scientifico Fermi di Catanzaro, accolta dal direttore U.S.R. Diego Bouché e dall’assessore regionale al lavoro, all’istruzione, alle politiche sociali e al welfare Federica Roccisano.
Lo apprendiamo solo con due giorni di anticipo per cui, visto l’orario della visita, di certo la ministra non aveva lo scopo di rendersi accessibile a un confronto con insegnanti, studenti, operatori del mondo della scuola e del mondo sindacale, tranne la cerchia ristretta del suo uditorio selezionato.
D’altronde non è una novità, Davide Faraone, all’epoca sottosegretario all’istruzione fece anche peggio: si fece annunciare solo a manifestazione conclusa il 9 settembre 2016, quando si recò in visita al Liceo Classico Galluppi, dove accennò all’alternanza scuola-lavoro come opportunità per contrastare la dispersione scolastica. Oggi, visto il fallimento evidente dell’esperienza dell’alternanza scuola lavoro ovunque, ma in Calabria e nel Meridione in particolare, che ogni giorno comporta perdite di ore ed ore preziose di lezione e di studio per gli studenti di ogni ordine e grado, il gruppo Pd al governo Regionale propone la solita aria fritta dal titolo altisonante, come spunto per l’iniziativa, nientemeno che un “Patto regionale per l’innovazione nei processi educativi”.
Non possiamo dimenticare il volto dell’assessore Roccisano quando l’11 settembre 2015 come delegazione dei Partigiani della Scuola Pubblica le chiedemmo come avrebbe attuato l’alternanza in Calabria.
L’atteggiamento fu più o meno simile a quello della famosa puntata di Report del 31 ottobre 2016, quando non seppe rispondere sui reiterati rimpalli di responsabilità grazie ai quali i disabili sono stati privati del diritto allo studio in numerosi comuni della Calabria per almeno quattro mesi dall’inizio delle lezioni.
Potendo presenziare, chiederemmo alla ministra lo stato del Commissariamento del Miur causato dall’inadempienza alla sentenza Tar Lazio n° 6438 del 05-05-2015, in cui si prevedeva il ripristino delle ore tagliate dalla ministra Gelmini con la sua riforma.
L’alternanza scuola lavoro è un’aggravante a questa situazione di inadempienza alla quale non solo non si è inteso porre rimedio con la “buona scuola” approvata poco dopo quella famosa sentenza, ma nessuno ha mai capito, (poiché non si evince dal testo della legge 107/2015, né dalle Faq ministeriali, secondo cui notoriamente è possibile tutto e il suo contrario) come possa essere concretamente garantito il diritto degli studenti a frequentare tutti i curricoli previsti dal loro piano di studi , più quello corposo dell’alternanza scuola-lavoro conciliandolo con orari e tempi imposti dalle aziende e dal calendario scolastico.
Inoltre vorremmo chiedere all’assessore Roccisano cosa ha fatto ad oggi per consentire a tutti gli studenti di svolgere alternanza scuola-lavoro, se il registro dell’alternanza in tutti i comuni della Regione riporta numeri ben lontani dal soddisfare il bisogno?
L’abbandono in cui le istituzioni hanno lasciato gli operatori a cui negano un libero confronto con queste manifestazioni a porte chiuse è sotto gli occhi oggi sia di studenti che di genitori, che hanno ben chiara la dequalificazione e destrutturazione a cui il governo uscente e quello entrante hanno destinato la scuola italiana.
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