CATANZARO Tanto tuonò, che piovve: l’Udc, a Catanzaro, molla Antonio De Marco e si sposta sul dem Vincenzo Ciconte. La decisione è stata comunicata ad Ncd nel corso di una riunione tenutasi nel pomeriggio di venerdì. Nel risiko delle amministrative del capoluogo, l’attacco del consigliere regionale Pd fa breccia nell’alleanza di centro e conquista il sostegno del partito guidato dal segretario regionale Franco Talarico, il quale porterà in dote anche l’Italia dei valori e il Psi. Nonostante quest’ultimo, nelle scorse settimane, avesse pubblicamente esternato un sensibile malcontento nei confronti della candidatura di Ciconte.
L’Udc catanzarese allora va in direzione ostinata e contraria rispetto a quanto sta avvenendo a livello nazionale. È vero però che sui Tre Colli, i centristi, avevano mollato il sindaco Sergio Abramo in tempi non sospetti: impossibile ritornare a destra senza perdere la faccia e parecchi voti. Ma che all’interno dell’Udc non ci sia unità d’intenti sulla decisione di appoggiare Ciconte è comunque un’altra verità. Nei giorni scorsi, anche i centristi avevano scelto di ufficializzare la propria posizione contraria alla candidatura del consigliere regionale dem, eppure il peso elettorale di qualche new entry nelle fila del partito di centro pare sia stato capace di far spostare l’ago della bilancia verso l’abbandono del progetto De Marco.
Proprio l’ex direttore generale della Regione, a questo punto, sarebbe in procinto di ufficializzare il proprio addio alla competizione elettorale. Ai suoi fedelissimi avrebbe confidato che le condizioni su cui era nata la sua decisione di candidarsi, sono venute meno: la coalizione moderata alternativa ad Abramo, di fatto, non esiste più. A questo punto, la conferenza stampa indetta da De Marco per lunedì prossimo alle 17.30 in un hotel catanzarese, servirà a rendere ufficiale il suo ritiro.
In tutto questo, la posizione più complicata è quella di Ncd-Alternativa Popolare. Gli alfaniani, guidati dal senatore Piero Aiello, stanno vivendo un momento di sbandamento. E nel clima da “liberi tutti” c’è qualcuno che pensa a trasferirsi a piè pari con il primo cittadino Sergio Abramo. Qualche altro, invece, spinge affinché Ncd si presenti ai blocchi di partenza con un candidato proprio, magari un giovane, così da evitare il politicamente pericoloso salto carpiato verso il centrodestra, pur senza sostenere al contempo Ciconte. Il tutto sempre che non arrivi, da Roma, il diktat al sostegno del candidato Pd, fattore che al momento non può essere escluso. Anzi, è lo stesso Ciconte, attraverso una nota inviata nel pomeriggio di venerdì, a spianare la strada ad un accordo: «Riteniamo che, mai come in questo momento, occorra allargare l’area della proposta e del progetto di cambiamento a tutte quelle forze, movimenti, associazioni che hanno sempre dimostrato di avere a cuore il bene comune e che non si arrendono allo spettro del declino cui l’ha condannato l’attuale amministrazione. A tutte queste risorse sane, responsabili e alternative all’asse Abramo-Tallini, mi rivolgo con grande entusiasmo e determinazione, per realizzare uniti un nuovo protagonismo politico e una gestione partecipata e trasparente in grado di costruire il riscatto della città».
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