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Asili nido off limits per i bimbi calabresi

ROMA La Calabria è tra le regioni dove i bambini sono maggiormente esposti alle conseguenze devastanti della povertà educativa: quasi 8 ragazzi calabresi su 10, per esempio, non hanno la possibilit…

Pubblicato il: 01/04/2017 – 7:03
Asili nido off limits per i bimbi calabresi

ROMA La Calabria è tra le regioni dove i bambini sono maggiormente esposti alle conseguenze devastanti della povertà educativa: quasi 8 ragazzi calabresi su 10, per esempio, non hanno la possibilità di svolgere attività culturali e ricreative, come andare al cinema o visitare una mostra, fare sport o leggere libri, e anche a scuola le gravi carenze dell’offerta educativa hanno forti ripercussioni sia sul loro apprendimento che sulle loro motivazioni a proseguire gli studi. Per questo motivo, Save the Children ha deciso di aprire un nuovo “Punto luce” a San Luca. L’inaugurazione del Punto luce di San Luca, il terzo aperto da Save the Children in Calabria, si terrà il 3 aprile. La struttura va ad aggiungersi ai 20 spazi ad alta densità educativa già attivati in 12 regioni per offrire opportunità ai bambini e alle loro famiglie che vivono in aree svantaggiate. Il Punto Luce di San Luca si inserisce all’interno di un intervento più ampio di Save the Children nella Locride, che mette in connessione tra loro più comuni limitrofi, dando così vita a una più vasta area ad alta densità educativa, la prima di questo tipo realizzata dall’organizzazione sul territorio nazionale. Nel Punto luce di San Luca e negli spazi predisposti in due scuole nei vicini comuni di Platì e Brancaleone, bambini e ragazzi potranno infatti partecipare gratuitamente ad attività di accompagnamento allo studio e invito alla lettura, laboratori artistici e musicali, sport, educazione all’uso sicuro di internet e a una corretta alimentazione, mentre per i loro genitori sono previste consulenze legali, psicologiche, pediatriche e di educazione alla genitorialità.

ABBANDONO DEGLI STUDI AL 16% Oggi in Italia il 15% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non consegue il diploma superiore o abbandona prematuramente ogni percorso di formazione. È quanto emerge dal rapporto “Futuro in partenza? L’impatto delle povertà educative sull’infanzia in Italia”, presentato sabato da Save the Children. Il dato, nonostante la percentuale si sia più che dimezzata dal 1992 (38%), posiziona il nostro Paese al quart’ultimo posto tra i paesi per numero di early school leavers, seguito solo da Spagna (20%), Malta (20%) e Romania (19%). Guardando ai dati delle singole regioni, i più alti livelli di dispersione scolastica si registrano in Sicilia (24%) e Sardegna (23%), seguite da Campania (19%) e Calabria (16), mentre Friuli Venezia Giulia (7%), Umbria (8%), Veneto (8%) e la provincia autonoma di Trento (9%) presentano le percentuali più basse in Italia.

CULTURA OFF LIMITS E riguardo al contesto educativo e culturale in famiglia, Save the Children osserva che un minore su 10 tra i 6 e i 17 anni di età nel 2016 non è mai andato al teatro o al museo, non ha visitato mostre, monumenti o siti archeologici, non ha fatto sport con assiduità, non ha letto nemmeno un libro e non ha utilizzato internet ogni giorno. Sono 6 su 10 coloro che non hanno svolto 4 o più delle attività sopra menzionate, con dei picchi negativi in Calabria (78%), Sicilia e Campania (a pari merito con il 76%), mentre gli esempi virtuosi sono rappresentati dalla province autonome di Bolzano (42%) e Trento (43%). Per quanto riguarda la pratica sportiva, colpisce il divario tra ragazzi che vivono in famiglie svantaggiate e ragazzi benestanti: più della metà dei primi (54%) non ha fatto sport in maniera continuativa nell’ultimo anno, a fronte del 35% dei secondi.

ASILI NIDO In Italia, solo il 13% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare all’asilo nido o usufruisce di altri servizi pubblici per la prima infanzia. Tale percentuale si abbassa drasticamente in Calabria e in Campania, dove rispettivamente appena 1 e 3 bambini su 100 possono accedere al nido (contro il 26% in Emilia Romagna, la regione più virtuosa in tal senso). Anche la possibilità di usufruire del tempo pieno a scuola rappresenta un fattore chiave per contrastare la povertà educativa. Il tempo pieno infatti, rileva Save the Children, è importante non soltanto perché aumenta le ore dedicate all’apprendimento ma dovrebbe offrire anche ai bambini e ai ragazzi l’opportunità di svolgere attività extra-curriculari, come lo sport, la musica, l’arte, la lettura, tutte attività essenziali per rafforzarne le capacità emotive, motivazionali e sociali. Nonostante ciò, il tempo pieno risulta assente dal 68% delle classi nella scuola primaria e dall’85% delle classi nella scuola secondaria di primo grado. Basilicata, Lazio e Lombardia sono le regioni italiane dove il tempo pieno è maggiormente presente nelle scuole primarie, mentre per quanto riguarda le scuole secondarie di primo grado la maglia nera spetta al Molise (presente solo nell’1% delle scuole), seguito da Emilia Romagna (5%), Marche e Puglia (a pari merito con il 6%).

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