REGGIO CALABRIA «Che la Calabria debba andare verso una revisione dell’assetto degli enti locali, in lungo e in largo, da Nord a Sud, è cosa giusta e necessaria. I processi di fusione sono, soprattutto per i cittadini, altamente positivi e vanno sostenuti e ampliati». Non ha dubbi la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, che afferma: «Frammentazione istituzionale, scarsità di servizi offerti, difficoltà finanziarie, hanno reso i meccanismi di governo locale scarsamente efficienti, al punto da rendere ininfluente il senso stesso dell’autonomia territoriale. A maggior ragione dopo il referendum sulla fusione dei comuni della Presila cosentina, considero molto opportuno il forum organizzato dalla Regione che si terrà il 4 maggio a Catanzaro sugli aspetti economici, giuridici, organizzativi, e gestionali connessi ai processi di fusione tra comuni. La Regione deve esercitare con lungimiranza il proprio ruolo di indirizzo». Aggiunge: «Quello della dimensione ottimale degli enti locali, dell’adeguatezza alle funzioni di loro competenza, per dimensione demografica e dotazione di risorse umane e finanziarie, è un dibattito antico che non ha prodotto ancora risultati univoci in ordine alla dimensione efficiente dei governi locali. E molte delle difficoltà calabresi sono eloquentemente rappresentati dallo studio del sociologo Claudio Cavaliere (“Quanto ci costa la frammentazione. Fusione dei comuni: quali vantaggi?”) che ha spiegato, con dati empirici, che la gestione dei piccoli comuni costa ai cittadini tre volte la media dei comuni calabresi e che, in sostanza, i comuni sotto dimensionati assorbono risorse per esercitare una funzione debole, unendo inefficienza a inefficacia. È dunque giunto il tempo che la Regione si interroghi su un problema così importante per un territorio che può vantare una percentuale di piccoli comuni di nove punti superiore alla media nazionale e chiamati a gestire il 67% della superficie regionale». Spiega la consigliera regionale: «È oramai evidente che ci troviamo di fronte ad un sistema che non regge più la sfida dei tempi, e che, comunque lo si guardi, presenta una difficoltà crescente che non può essere considerata una criticità locale o soltanto amministrativa, visto che investe anzitutto la dimensione politica. Affrontare il tema solo sul versante economico, prima di offrire un punto fermo sul tema delle funzioni e sulla mission che occorre dare alle istituzione locali nel contesto di una strategia di governance territoriale più complessiva, può risultare sbagliato. Ogni ragionamento sulla dimensione congrua del governo locale deve tener conto di una pluralità di criteri da cui dipende l’adeguatezza degli assetti istituzionali: efficienza, efficacia, equità e infine identità, partecipazione e controllo». Per Flora Sculco: «Assodato, come sottolineano gli esperti, che le aggregazioni non disperdono le identità locali, resta che, soprattutto in Calabria, dove c’è un lampante ritardo, il processo di fusione di Comuni ha bisogno di un approccio che punti sul coinvolgimento delle popolazioni e degli amministratori con l’ausilio di “spinte gentili” di cui deve incaricarsi la normativa regionale per agevolare percorsi che sono a vantaggio di tutti, popolazione e amministratori».
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