REGGIO CALABRIA «Il segretario generale del consiglio regionale è un abusivo? Il governo deve rispondere a questo importante interrogativo e garantire il rispetto delle leggi in materia di accesso alla pubblica amministrazione». È quanto afferma la deputata del M5S Federica Dieni, che ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, per conoscere le iniziative dell’esecutivo in merito alla posizione del segretario generale Maurizio Priolo, che attualmente ricopre anche la carica di direttore generale. «L’articolo 97 della Costituzione – ricorda preliminarmente la parlamentare – prevede che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si acceda mediante concorso. Priolo, assunto nel 1998 dal Consorzio per l’area di sviluppo industriale della provincia di Reggio Calabria, nel 2010, con determina dirigenziale firmata dall’avvocato Carlo Pietro Calabrò, viene inquadrato nella dotazione organica del consiglio regionale della Calabria».
«Con una deliberazione del 17 febbraio 2015, la Corte dei conti – osserva la deputata 5 stelle – ha però definitivamente chiarito che ai dipendenti dei consorzi non si estende la disciplina in materia di mobilità del personale di società controllate direttamente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni. La stessa deliberazione ha ricordato come la Corte costituzionale avesse più volte censurato le leggi regionali che consentivano i meccanismi di reinternalizzazione attraverso il passaggio automatico dall’impiego privato (società partecipata) a quello pubblico (ente territoriale), aggirando in questo modo l’articolo 97 della Costituzione».
«Lo stesso ex segretario generale del Consiglio Nicola Lopez, nel 2013 – aggiunge Dieni –, ravvisò “anomalie che sostanziano delle palesi illegittimità avuto riguardo allo stato giuridico” di alcuni dipendenti, tra cui il dottor Priolo, richiedendo provvedimenti in autotutela. Il dirigente del settore Risorse umane, Carlo Pietro Calabrò, lo stesso che aveva firmato la determina per il trasferimento, nel luglio 2013 annunciò tuttavia l’intenzione di soprassedere all’adozione di un annullamento, motivando la scelta con la presenza di “altre situazioni soggettive analoghe”, riproducendo così le controdeduzioni di Priolo».
«È inutile ricordare – sottolinea ancora la parlamentare – come la presenza di situazioni di illegittimità in una pubblica amministrazione non basti a sanarle tutte. Fatto sta che, nell’agosto 2015, Priolo, che secondo la legge e i pronunciamenti di Corte dei conti e Consulta, non poteva essere neppure un impiegato del consiglio regionale, diventa l’organo di vertice dell’assemblea calabrese, ricoprendo perfino il ruolo di responsabile anticorruzione e trasparenza».
«Alla luce di tutto questo – conclude Dieni –, chiediamo al governo di adottare tutte le iniziative per garantire il pieno rispetto delle leggi e di accertare l’eventuale danno erariale connesso a questa vicenda».
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