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Catanzaro ha bisogno di uno scatto d'orgoglio

Mancano poco più di sessanta giorni alla “chiama” degli elettori catanzaresi per il rinnovo del consiglio comunale. Due mesi possono sembrare tanti, ma in effetti sono un’inezia se si considera che…

Pubblicato il: 03/04/2017 – 8:09

Mancano poco più di sessanta giorni alla “chiama” degli elettori catanzaresi per il rinnovo del consiglio comunale. Due mesi possono sembrare tanti, ma in effetti sono un’inezia se si considera che nonostante la messa di problemi sul tappeto, a tutt’oggi poco o nulla di veramente serio è stato fatto tanto da polarizzare l’attenzione per le “rughe” della città. L’impressione è che ancora le varie formazioni politiche non abbiano deciso di uscire dal tunnel dell’indecisione presentandosi all’elettorato a testa alta a cominciare da un impegno serio per la città.
Ad oggi la ricerca di nuove iniziative, quelle che nell’industria vengono definite “fasi metaprogettuali” che altro non sono se non la raccolta di dati e di studi preliminari per progettare un prodotto sotto l’aspetto tecnico-estetico, nella corsa per Palazzo De Nobili si sta prolungando oltre ogni ragionevole previsione con una analisi delle tendenze progettuali che non ha precedenti; tali da far dipendere le “virtù” della società dalle “virtù” dei singoli
La speranza è che si esca al più presto dalla strategia dell’attesa e si passi a quella della progettualità, della proposta e, dunque, del fare.
Qualcosa di nuovo per il vero è accaduto. Il riferimento è all’ ex candidato sindaco Rosario Colace che ha ritirato la sua proposta elettorale quando ha preso corpo quella dell’ex assessore regionale Vincenzo Ciconte. Una scelta considerata importante non solo perché ha constatato che i due programmi elettorali combaciavano, ma anche perché la sua lista (“Alleanza Civica per Catanzaro”) intercetta quella grossa fetta dell’elettorato catanzarese tradizionalmente moderato.
Ciconte, intanto, sta cercando di mettere su una vera e propria “superpotenza” elettorale con la quale contrastare le velleità del duo Abramo-Tallini. Le notizie dell’ultima ora danno per concluso l’accordo con l’UdC, con IdV e con il PSI che si sono sganciati dall’iniziativa del senatore Piero Aiello il quale, a sua volta, sembra che stia meditando l’ipotesi di far ritirare la candidatura a sindaco al dirigente della Regione, Tonino De Marco per confluire, armi e bagagli, nella fila di Ciconte. Quest’ultima partita, comunque sembra destinata a giocarsi fuori dalle mura di Catanzaro, probabilmente a Roma per dare all’accordo una connotazione più significativa sul piano politico.
Per Ciconte e per i suoi alleati il fine dell’operazione non è solo di vincere le elezioni, ma di presentare una squadra organizzata che possa portare a termine il programma elettorale senza impantanarsi nelle diatribe dell’aula strumentalizzata dalle opposizioni.
Al di fuori di ciò permane la solita routine alla quale i catanzaresi sono purtroppo abituati: commenti e battute da bar sport che con la politica non hanno nulla a che spartire e che difficilmente raggiungono la sensibilità degli elettori esausti dal dover assistere al rituale di una parte politica che si schiera contro l’altra, senza costrutto, senza prospettive, senza progettualità, ma con livore e con frasi vuote.
Catanzaro ha bisogno, invece, che si realizzi nei fatti un progetto politico che le faccia superare il tempo perduto e la riporti a sognare il raggiungimento di un futuro diverso e migliore, fatto di riscatto sociale e di benessere non solo economico, ma anche ambientale. Una città pragmatica, attenta ai problemi. Obbiettivi che possono essere raggiunti intanto prendendo le distanze dalle agende populiste che compaiono nelle campagne elettorali propugnate da chi dimostra di aver preso gusto solo a cingersi il corpo con la fascia tricolore, nonostante ci sia bisogno, invece, che si prenda atto che i cittadini di Catanzaro sono divenuti agnostici rispetto alle proposte di basso profilo. Ci hanno creduto per lungo tempo e il risultato è che oggi si trovano a vivere in una realtà al disotto di ogni modesta aspettativa.
Stante questo contesto l’idea di chiedere agli elettori una riflessione approfondita prima del voto è quanto mai necessaria soprattutto per considerare quale raggruppamento sia credibile per portare avanti il programma con il quale tirare dalle secche la città e non si fermi in superficie tramutando i buoni propositi in una inefficace agenda populista confezionata con promesse e suggestioni.
Sono in molti i “politici” che debbono le loro scuse a Catanzaro pur sapendo che è impossibile ripagarla del danno che le hanno causato in questi decenni. Qualcuno si è tirato finalmente fuori dalla bagarre elettorale; qualcun altro, invece, persiste nel tentativo ed insiste nella candidatura. La speranza è che gli elettori facciano giustizia procedendo a selezionare la classe politica tenendo ben presenti gli errori del passato.

*giornalista

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