REGGIO CALABRIA «L’8,2% è per noi un risultato importantissimo che costruisce per la prima volta una mozione congressuale con una identità da Sud. Non era mai successo nella storia del Partito Democratico». Lo ha detto Michele Emiliano parlando con i giornalisti a margine di una manifestazione a Reggio Calabria.
«È un risultato – ha aggiunto – bellissimo. Noi non siamo una corrente, una struttura che preesisteva al congresso. Siamo nati con il congresso, con una mozione. Ci si incontra, alle volta, per la prima volta, alle manifestazioni congressuali. È una mozione molto forte. Ci riconosciamo guardandoci negli occhi. È un gruppo vero, vivente, fatto di 22mila militanti veri che hanno votato per noi. Sono una parte e non sono agli ordini di capi, capetti e capibastone. Sono militanti liberi».
«Quando il Sud fa da solo, fa per tre. Se aspettiamo che ci vengano a salvare da Roma, abbiamo sbagliato», ha detto ancora Emiliano. «A Roma – ha aggiunto – servono solo i voti e un po’ di sostegno nei momenti difficili. Poi, quando devono decidere se darci una mano, se tenere aperto o chiuso un aeroporto, per esempio, da un orecchio gli entra e dall’altro gli esce. Ed è così per la Puglia, la Calabria, la Campania, la Sicilia. Ci auguriamo che questa nostra identità ci consenta di darci da fare per la nostra terra».
«Io ho avuto la fortuna e l’onore di essere il sindaco di una Città metropolitana. A Bari ho lottato a lungo perché questo passaggio si realizzasse. Devo dire che sono molto deluso, perché le città metropolitane, in realtà, sono un po’ come i “Patti per il Mezzogiorno”, delle prese in giro», ha aggiunto Emiliano.
«Questi soldi che dovrebbero arrivare, com’è noto – ha aggiunto – arriveranno solo in parte. Hanno posticipato, praticamente, 35 miliardi (Rpt: miliardi) su 46 dopo il 2020 con la regola che dobbiamo però cantierizzare tutte le opere entro il 2019. Quindi una perfetta truffa che è stata perpetrata attraverso la stipula dei “Patti per il Sud”. E naturalmente quando lo denunciamo il sottosegretario Claudio De Vincenti dice che io mento sapendo di mentire. Ma lui sa bene che questi soldi non ci sono e che si realizzeranno solo le opere in realtà già cantierizzate da tempo per i completamenti».
«Parlare così – ha detto ancora Emiliano – è vergognoso perché il Mezzogiorno non merita di essere preso in giro. Se non ci sono i soldi lo si dica. Noi sappiamo fare anche senza soldi. Anzi, abbiamo sempre fatto senza soldi. Ce ne faremo una ragione. L’importante è che si parli con sincerità».
RENZI Emiliano ha poi raggiunto Lamezia Terme, dove era in programma un’altra iniziativa con i suoi sostenitori. «Se Renzi va sotto il 50% e gli altri due candidati alla segreteria del Pd riescono ad avere una buona affermazione – ha affermato ancora –, cambia il mondo e cambia questa idea di partito dell’uomo solo al comando».
«La nostra è una mozione – ha aggiunto – che non ci sarebbe stata se non ce ne fosse stata la necessità. Siamo stati quasi costretti a candidarci per evitare che il congresso si svolgesse tra l’ex presidente del Consiglio e il suo ministro della Giustizia. Un po’ come se io avessi fatto le primarie con un mio assessore. Questa ovviamente è costata tanta fatica perché avere 22mila persone che hanno costruito con noi un fronte democratico, persone che prima non conoscevo perché non avevo una corrente, non avevo mai messo il naso fuori dalla Puglia, è un’emozione bellissima. Peraltro vi assicuro che sono tutte persone con un nome e un cognome, esistenti, a differenza delle migliaia e migliaia di tessere che leggo sui giornali che sono tessere fantasma. Quindi, sono molto contento». «Abbiamo allontanato negli anni milioni di elettori che sono andati a ingrossare le fila del Movimento 5 Stelle e ne abbiamo perso altri con la scissione. Per quello che capisco sarebbero contentissimi se ce ne andassimo anche io e Orlando – ha concluso il governatore pugliese –. In questo modo, probabilmente occuperebbero tutte le sedie disponibili. Non si stanno occupando, però, del Paese. Il Movimento 5 Stelle, per quanto interessante sotto l’aspetto sociologico e antropologico, non è ancora pronto però a governare l’Italia. Questo lo sanno più di tutti loro stessi. Quindi è da incoscienti ragionare in termini di potere quando si dovrebbe ragionare in termini di responsabilità».
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