COSENZA Le strutture sanitarie private in Calabria «sono competitive sia sul piano della risposta al fabbisogno che della qualità delle prestazioni». È la fotografia che emerge dal Rapporto ospedali e salute 2016 realizzato dall’Aiop (l’Associazione italiana ospedalità privata). Per il presidente dell’Aiop calabrese, Enzo Paolini, dallo studio è evidente anche come «le strutture pubbliche resistono nonostante la politica faccia la sua parte distruttiva». «Il punto è – afferma Paolini – quello di interpretare questi inconfutabili e oggettivi dati e tradurli in una politica seria e responsabile e in una conseguentemente efficace gestione amministrativa. Ambedue compiti largamente fallimentari, anzi del tutto disattesi in Calabria. A nessuno importa niente di ciò che avviene nei nostri ospedali e di leggere i dati contenuti in questo rapporto».
«Da una parte l’Ufficio del commissario – aggiunge il presidente Aiop – che si è appropriato di poteri non suoi, governa il sistema (pensa di farlo o fa finta di farlo) solo mediante tagli alle risorse e ai servizi riducendo al lumicino le tutele sanitarie e provocando l’assalto ai pochi pronto soccorso con mortificazione di professionalità eccellenti mentre gli sprechi rimangono intatti. Dall’altra parte i consiglieri e il governo regionale sono indifferenti e ammansiti – quasi tutti – con qualche elargizione clientelare per i peones (due infermieri qua e là) e con le nomine primariali per i cosiddetti big (forse sarebbe meglio dire boss). Così va il mondo in Calabria. E la sanità, con il suo indotto e la sua potenza è tutto ciò che muove soldi e consenso estorto». Il Rapporto ha rilevato gli effetti di un processo di accumulo di provvedimenti finanziari e gestionali che hanno finito, in questi ultimi anni, con lo scaricare sulla domanda le difficoltà di ristrutturazione e di riorganizzazione della sanità pubblica attraverso maggiori oneri e limitazioni di accesso per gli utenti che hanno reagito con la ricerca di soluzioni alternative nel privato come pure nelle strutture ospedaliere al di fuori della Regione di residenza oppure con la scelta di rimandare o rinunciare alle cure. Tra le Regioni che, oltre all’introduzione dei rispettivi Pac, hanno optato per l’istituzione della Gestione sanitaria accentrata ci sono anche l’Emilia Romagna, la Calabria e la Puglia. Dallo studio è emerso che le prestazioni di media complessità riportano un’incidenza decisamente maggiore per gli ospedali pubblici rispetto a quelli privati accreditati: solo in tre casi e cioè il Molise, la Puglia e la Calabria presentano un’incidenza maggiore per gli ospedali privati accreditati rispetto a quelli pubblici.
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