CATANZARO A poco più di trenta giorni dalla chiusura dei termini per la presentazione di liste e candidature per la corsa a sindaco di Catanzaro, la situazione sui Tre Colli è tutt’altro che definita. Innanzitutto a tenere banco è la posizione di Alternativa Popolare (Ncd, ndr). Gli alfaniani, capitanati dal senatore Piero Aiello, dialogano fittamente con i dem. Non c’è l’accordo, ma la riproposizione dello schema di governo nazionale anche a Catanzaro appare la soluzione più plausibile, soprattutto perché da Roma le pressioni su Aiello perché vada in questa direzione, sono forti.
Sebbene Ap, politicamente, non avrebbe intenzione di presentarsi da Ciconte “con il cappello in mano” dopo che per mesi aveva avuto la possibilità di decidere l’orientamento della coalizione e ora invece dovrebbe adeguarsi ad una scelta altrui peraltro non condivisa nel metodo, i primi giorni della prossima settimana saranno decisivi per definire il perimetro programmatico dell’accordo. Da Roma, sponda Pd e sponda Ap, è arrivato il via libera: quando verrà definito l’accordo, Ciconte potrà pensare a sciogliere le riserve con il suo partito e a presentare ufficialmente alla coalizione e alla città la sua candidatura. Ma solo dopo aver incontrato il Psi di Piero Amato, che dopo l’addio al progetto targato Tonino De Marco, ancora non ha deciso ufficialmente di appoggiare il progetto dell’ex vicepresidente della giunta regionale. Così come non ha preso una decisione neanche Idv, anche se il congresso nazionale di questi giorni potrebbe essere servito anche a dare un orientamento preciso.
Intanto, nel centrodestra, anche se non si incasserà l’appoggio di Ap, Mimmo Tallini non ne fa un dramma: nella situazione attuale, è molto probabile che se Abramo perdesse, la minoranza otterrebbe 11 consiglieri. Tra questi, molti sarebbero vicini all’ex assessore regionale, senza contare che tanti consiglieri uscenti dell’attuale maggioranza saranno candidati a supporto dello stesso Ciconte: chiunque di questi potrebbe, prima o poi, decidere di lasciare la maggioranza di centrosinistra per tornare nell’alveo del centrodestra, è quanto si dicono i sostenitori di Abramo.
In pratica, anche perdendo, il centrodestra non sarebbe del tutto sconfitto.Valutazione che nel centrosinistra in tanti hanno incominciato a fare ad alta voce, soprattutto dopo l’evidente riduzione delle possibilità di essere rieletti in una coalizione che sarà formata da 12 o 13 liste nella migliore delle ipotesi. I conti, per qualcuno, cominciano a non tornare e allora affiora qualche malumore tra chi ha paura di non essere rieletto e che il suo seggio venga occupato da qualche transfuga.
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