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La doppia "morale" della Regione

CATANZARO Si fa presto a dire «costituzione di parte civile». I fatti sono tutt’altra cosa. C’è un netto contrasto tra quanto la giunta regionale annuncia e quanto la giunta regionale fa….

Pubblicato il: 08/04/2017 – 6:49
La doppia "morale" della Regione

CATANZARO Si fa presto a dire «costituzione di parte civile». I fatti sono tutt’altra cosa. C’è un netto contrasto tra quanto la giunta regionale annuncia e quanto la giunta regionale fa. L’ultima vicenda riguarda la delibera con cui l’esecutivo autorizza la Regione Calabria a costituirsi parte civile in tutti i processi per contributi illegittimi e truffa ai danni della Cittadella. 
Un’iniziativa positiva e anche doverosa, ma che ha il sapore di una bella predica rispetto a un cattivo razzolare. Questo perché, finora, il governatore Oliverio non è sembrato disposto a usare il pugno di ferro nei confronti di tutti quei dirigenti e funzionari sospettati di aver , quanto meno, causato un danno erariale alla Regione. Anzi, si può dire che in molti casi la giunta sia stata particolarmente munifica con alcuni burocrati nel mirino della magistratura: premiati anziché allontanati. 
Paradigmatica la storia di Domenico Sodaro: per la Procura di Catanzaro è un “furbetto del cartellino” e per questo ne ha chiesto il rinvio a giudizio con le accuse di abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato. Ma quella di Oliverio si conferma una giunta garantista: Sodaro è stato comunque nominato commissario del Parco naturale delle Serre. La giunta, per quell’incarico, aveva esaminato centinaia di curricula, ma alla fine la scelta è ricaduta su un manager che tra non molto potrebbe anche trovarsi alla sbarra degli imputati.

IL CASO SALVINO Forse è solo un semplice incidente di percorso, una concessione in stile “nessuno è colpevole fino a giudizio definitivo”. Il guaio è che, poche settimane fa, nel registro degli indagati è finito un altro pezzo da novanta della burocrazia regionale: Carmelo Salvino, il dg del dipartimento Agricoltura. La Procura antimafia di Reggio Calabria ha avviato un’inchiesta sulle truffe nel settore oleario e sulla contestuale gestione disonvolta dei contributi per la produzione. È un filone d’indagine autonomo che nasce dall’operazione “Provvidenza”, che ha fatto luce sugli interessi del clan Piromalli di Gioia Tauro. Oltre ai produttori, al vertice dell’inchiesta c’è proprio lui, Salvino, che dovrà difendersi da diverse accuse: dalla truffa alla frode, dal falso alla corruzione. Tutti reati che avrebbe commesso nella sua qualità di direttore generale. Sotto la lente d’ingrandimento della Dda anche altri 11 funzionari regionali, che avrebbero dovuto condurre le ispezioni per la verifica dei dati forniti, con riferimento al prodotto messo in commercio e ai benefici economici comunitari.
Insomma, accuse pesanti. Ma, al momento, quella stessa giunta che approva la costituzione nei procedimenti per truffa, quale è quella sul settore oleario, non sembra aver preso provvedimenti nei confronti dei funzionari e dello stesso Salvino. Che rimane fisso al suo posto e che già domenica prossima potrebbe, come di consueto, affiancare il governatore Oliverio nel suo classico tour tra gli stand delle aziende calabresi al Vinitaly di Verona.  

LE ALTRE INDAGINI La stessa “doppia morale” è probabilmente riscontrabile in merito ad altre inchieste e ad altri dirigenti regionali. Due indagini della magistratura riguardano la gestione di Fincalabra e la mancata rendicontazione di somme impegnate per speculazioni finanziarie, quindi con finalità diverse da quelle dell’ente regionale. È in piedi, inoltre, l’inchiesta sulla gestione dei bandi per la stagione teatrale 2016, con almeno sette persone finite tra gli indagati. Ci sono, ancora, fascicoli aperti su Calabria Verde e sui tagli boschivi sulla Sila, autorizzati non si sa da chi ma realizzati con tutte le certificazioni richieste. 
Tra le ultime inchieste figurano anche quella, avviata dalla Procura di Catanzaro, relativa al mancato rispetto delle prescrizioni sulla dirigenza regionale dettate dal ministero dell’Economia, e quella, condotta dai magistrati di Cosenza, nel settore della formazione professionale. In quest’ultimo caso si tratta di fondi milionari elargiti a imprese che, secondo gli inquirenti, non possedevano i necessari requisiti tecnici.
Ed è recente pure la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito dell’indagine sulla compravendita del palazzo dell’Arpacal a Castrolibero. La Procura di Catanzaro ha invocato il processo, tra gli altri, per l’ex dg dell’agenzia, Sabrina Santagati, l’ex direttore amministrativo Stefania Polimeni, il dirigente Francesco Italiano e Valeria Castracane, all’epoca dei fatti dirigente del dipartimento regionale Programmazione. 
Sono tutte inchieste che coinvolgono direttamente la Regione, sia dal punto di vista dei contributi illegittimi sia da quello delle presunte truffe. Non risultano, però – nonostante la costituzione civile deliberata dalla giunta –, iniziative orientate verso la “bonifica” degli uffici della Cittadella e il recupero delle somme ipoteticamente sperperate. Tutto rimane immobile, malgrado le inchieste e gli scandali.

RECUPERO SOMME Resta un altro importante interrogativo: cosa ha fatto e cosa sta facendo la Regione per recuperare quei milioni drenati da truffe che, come si è visto, riguardano un po’ tutti i settori? Basta una promessa di costituzione di parte civile per abbuonare le perdite subìte dalle casse della Cittadella? 
Del resto, non è stato ancora possibile avere notizie in merito a quei 40 milioni di fondi pubblici erogati a tutta una serie di imprese calabresi colpevoli di non aver rispettato il timing previsto dai finanziamenti. Gli imprenditori beneficiari avrebbero dovuto restituire tutte le somme ma – grazie a una leggina ad hoc approvata nella scorsa legislatura e malgrado le barricate dell’ex presidente della commissione di Vigilanza, Aurelio Chizzoniti – di quei soldi si sono perse tutte le tracce. 
In compenso, Oliverio si “costituisce”. Sotto la stella della doppia morale.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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