COSENZA C’è un prima e c’è un dopo nella vita politica di Luca Morrone. Ci sono i primi passi in Forza Italia, l’elezione alla guida del consiglio comunale di Cosenza (estate 2011), e le nuove ambizioni maturate dopo avere accumulato esperienza a Palazzo dei Bruzi. Adesso il rampollo di casa Morrone è pronto a rompere gli indugi e a rendere ufficiale il matrimonio con i Democratici Progressisti. Dunque, un salto a sinistra del Pd dopo la breve esperienza con i verdiniani di Ala (è stato lui il principale artefice della detronizzazione di Mario Occhiuto sul finire della passata legislatura), sperimentata in occasione delle ultime amministrative a Cosenza, e l’elezione in consiglio provinciale nella maggioranza di centrosinistra guidata da Franco Iacucci.
Se finora la scelta non è stata resa pubblica è per via delle perplessità espresse dal papà di Luca, Ennio, eletto alla presidenza della commissione di Vigilanza con i voti della maggioranza, che in consiglio regionale risulta iscritto al gruppo di Forza Italia pur non appartenendo da tempo al partito di Silvio Berlusconi. Sa bene, Morrone senior (di lui non va dimenticata l’esperienza nella giunta Loiero attraverso l’Udeur di Mastella), che con una legge elettorale dai contorni ancora indefiniti, sbagliare valutazione potrebbe essere fatale. E forse è per questo che Ennio non fa che ripetere la parola «prudenza» davanti all’accelerazioni che suo figlio vorrebbe imprimere. All’interno di una delle famiglie politicamente più influenti a queste latitudini si valuta ogni conseguenza, insomma. Con la consapevolezza di potere rappresentare un «facile bersaglio» per chi non fa mistero di accusare Morrone (senior) di consociativismo con la giunta regionale guidata da Mario Oliverio.
Nel mare magnum degli spifferi e delle indiscrezioni, comunque, ci sono alcuni punti fermi. Uno su tutti: il solido rapporto di collaborazione messo in piedi tra Luca Morrone e Roberto Speranza. I due interloquiscono da mesi e pur avendo alle spalle esperienze tra loro inconciliabili, potrebbero trovare un punto di incontro attorno ad alcune questioni: il primo non fa mistero di puntare al salto in Parlamento e quello dei Dp potrebbe essere il trampolino giusto, l’altro è interessato a radicare in provincia di Cosenza un partito che finora non è riuscito ad attrarre nessuno dei capicorrente del Pd. In questi giorni si va avanti tra la tentazione di forzare e la consapevolezza di gestire bene la fase di studio che accompagna le primarie per la scelta del nuovo segretario dem.
Con queste premesse, però, è più facile comprendere la presenza di Morrone (junior) al battesimo dei Democratici Progressisti a Cosenza. Lì, seduto in platea, confuso tra tanti, l’ex forzista è rimasto ad ascoltare la relazione del coordinatore provinciale Venzo Morrone, del deputato Nico Stumpo e degli altri esponenti della tradizione comunista bruzia che hanno scelto di puntare sulla nuova Cosa rossa di Bersani e D’Alema.
E così, la scorsa settimana, mentre Morrone (junior) presenziava al conclave degli ex Pci, Morrone (senior) partecipava a Lamezia Terme alla presentazione di “Alleanza Civica”, il movimento guidato dal verdiniano Pino Galati che ha l’ambizione di «rappresentare i moderati contro utopismo e populismo». Di lotta e di governo. Per le scelte definitive (?) c’è sempre tempo.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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