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Scacco ai narcotrafficanti reggini – IL VIDEO

REGGIO CALABRIA A meno di un mese dal blitz della Guardia di Finanza che ha disarticolato la holding di clan a trazione Bellocco, che importava quintali di cocaina dal Sud America, nuovi arresti e …

Pubblicato il: 18/04/2017 – 8:43
Scacco ai narcotrafficanti reggini – IL VIDEO

REGGIO CALABRIA A meno di un mese dal blitz della Guardia di Finanza che ha disarticolato la holding di clan a trazione Bellocco, che importava quintali di cocaina dal Sud America, nuovi arresti e misure cautelari si aggiungono ai 18 fermi eseguiti all’epoca.

LA TESTA DELLA HOLDING Fra Calabria, Campania, Sicilia, Toscana, Piemonte e Lombardia in manette sono finiti soggetti legati a diversi clan di ‘ndrangheta –  Bellocco di Rosarno, Mole’ – Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova, Paviglianiti di San Lorenzo –  uniti in una complessa joint venture per l’importazione di cocaina. A presiederla, i fratelli Michele e Giuseppe Bellocco, che potevano contare sui talenti (e l’esperienza) di Rosario Arcuri, vero e proprio broker della coca, specializzato nell’acquisto per conto di  molteplici famiglie criminali, come nella gestione dei contatti utili per curare il trasporto della droga, dal Paese produttore al porto di arrivo.

VECCHIO BUSINESS, NUOVA BASE La “bianca” arrivava a Livorno, dove veniva “sdoganata” senza problemi anche grazie alla ditta di Domenico Lentini, presente all’interno dello scalo con i propri operai, che più di una volta hanno fatto uscire i borsoni di cocaina evitando i controlli. Il carico veniva poi consegnato ai grossisti dei clan, che si occupavano della distribuzione.

INGENTI DANNI ECONOMICI Operazioni più volte fatte saltare dai finanzieri che hanno intercettato diversi carichi di coca al porto di Livorno, sequestrando 300 kg di cocaina e circa 17 kg di codeina, più altri piccoli carichi, causando un danno di oltre 100 milioni di euro all’organizzazione criminale.   Ma questo non era l’unico ramo di attività della holding.

DROGHE DIVERSE, UNICO BUSINESS Nel tempo, i clan avevano anche iniziato a diversificare il business, includendo anche eroina, marijuana e hashish, nei propri traffici. Tutti “prodotti” poi smerciati nel napoletano grazie ai rapporti di collaborazione che Arcuri era stato in grado tessere con l’organizzazione che faceva capo a Maria Rosaria Campagna, pluripregiudicata e compagna del noto boss di Catania Salvatore Cappello, attualmente detenuto in regime di carcere duro.

DELOCALIZZAZIONE NEL NAPOLETANO Grazie ai napoletani, la cocaina della holding dei clan arrivava anche nel porto partenopeo,  per andare ad aggiungersi alle partite di droghe diverse che i calabresi mettevano a disposizione della Campagna e degli uomini della sua rete.

LA RETE DEI FINANZIATORI A finanziare i calabresi – hanno scoperto le Fiamme Gialle della sezione Goa del Gico di Catanzaro, con il supporto del II Reparto del comando generale e della Dcsa, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria – erano anche una serie di insospettabili commercianti e professionisti che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina.. Fra loro c’era anche un pediatra, Pietro Bonaventura Zavettieri, 55 anni, originario di Locri, ma attivo a Reggio, individuato sia come finanziatore dei carichi, sia come abituale acquirente.  

BILANCIO L’inchiesta svolta dalle unità specializzate del Nucleo di polizia tributaria/Gico di Catanzaro ha, così, consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, 19 dei quali colpiti da ordinanza custodiale, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte arrivati in Italia, e in più di un caso ospitati a casa del pediatra.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it