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Fondi distratti, imprenditore arrestato per bancarotta

COSENZA Una bancarotta fraudolenta che ha creato un danno di un paio di milioni di euro. La Guardia di finanza di Cosenza, su richiesta della Procura, ha notificato una misura cautelare ai domicili…

Pubblicato il: 19/04/2017 – 10:21
Fondi distratti, imprenditore arrestato per bancarotta

COSENZA Una bancarotta fraudolenta che ha creato un danno di un paio di milioni di euro. La Guardia di finanza di Cosenza, su richiesta della Procura, ha notificato una misura cautelare ai domiciliari nei confronti di un imprenditore cosentino operante nel settore edile per il delitto di bancarotta fraudolenta e tre misure interdittive del divieto dell’esercizio dell’ufficio di amministratore di imprese e/o società giuridiche nei confronti di tre familiari dell’arrestato. Ai domiciliari è stato posto Vincenzino Scaglione, 57 anni nato a Tarsia e residente a Montalto Uffugo. La misura interdittiva per i tre familiari riguarda il divieto temporaneo dell’esercizio dell’ufficio di amministratore di imprese e/o società giuridiche per la durata di due anni ed è stata disposta nei confronti di Gianluigi Scaglione, 36 anni e residente a Tarsia;  Rossella Scaglione, 33 anni di Cosenza e domiciliata a Tarsia; Carolina Lauria, 38 anni, nata a Lippstadt (Germania) e domiciliata a Tarsia. 
I finanzieri hanno eseguito il sequestro preventivo di beni immobili (magazzini, terreni, ecc.), di quote societarie nonché di denaro, titoli ed altri valori mobiliari nella disponibilità dell’imprenditore per un valore di circa 400-500 mila euro. In particolare, le indagini  – coordinate dal procuratore capo Mario Spagnuolo, dall’aggiunto Marisa Manzini e dal sostituto Domenico Frascino – hanno accertato il dissesto finanziario della società e, quindi, il depauperamento del patrimonio della stessa attraverso la cessione della parte attiva a una nuova società, formalmente intestata a familiari del titolare ma, di fatto, dallo stesso amministrata. 

IL MECCANISMO DISTRATTIVO Ciò ha permesso di “svuotare” la società in forte esposizione debitoria. Contemporaneamente, i beni strumentali, i terreni e gli immobili per un valore complessivo di circa 900 mila euro venivano distratti – attraverso un articolato sistema di trasferimento fittizio – in favore della nuova società comunque riconducibile all’imprenditore, incaricata di alienare a terzi in buona fede (e, quindi, al riparo dalle pretese dei creditori) senza alcun ritorno economico per la fallita. La nuova società, in sostanza, sin dalla sua costituzione, non aveva alcuna capacità operativa, limitandosi ad operare come schermo della fallita per perpetrare le distrazioni fraudolente. 
Tra i creditori, si annoverano fornitori per circa 330 mila euro ed enti pubblico (Agenzia delle Entrate, Inps e Inail) per circa 770 mila euro, per il mancato pagamento delle imposte e l’omesso versamento di contributi per i lavoratori dipendenti. La ricostruzione delle vicende societarie era resa particolarmente difficoltosa dal fatto che la documentazione amministrativo-contabile è risultata distrutta e la sede della società risultava trasferita dapprima a Roma, e, successivamente, in Romania. 
Le indagini, svolte dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Cosenza, hanno consentito ai magistrati di richiedere e ottenere i provvedimenti notificati agli indagati, i quali devono rispondere dei reati di bancarotta fraudolenta e di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. Parallelamente, l’opera della guardia di finanza ha puntato a ricostruire il patrimonio della società avviata al fallimento, disperso in piccoli rivoli, al fine di porre a disposizione dell’autorità giudiziaria beni, denaro e immobili anche per garantire i diversi creditori. 

mi. mo.

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