CATANZARO «Non può esserci un partito eterodiretto da chi governa la Regione: il Pd calabrese deve essere autorevole, autonomo e capace». Giuseppe Terranova, coordinatore regionale della mozione Orlando in Calabria non le manda certo a dire a Mario Oliverio e ad Ernesto Magorno. L’occasione è la presentazione, a Catanzaro, della lista che alle primarie Pd del prossimo 30 aprile sosterrà la candidatura a segretario nazionale del Guardasigilli, ma il tema si è prontamente spostato sull’organizzazione del partito in questi anni e le critiche per la sequela di mancati incontri programmatici e per l’analisi del voto dopo le sconfitte alle amministrative fin qui tenutesi in Calabria hanno tenuto banco: «Quand’è che questo partito è stato convocato per discutere di sanità, di aeroporti, di lavoro e delle tante questioni importanti per le quali i calabresi hanno affidato al governo regionale il compito di dare risposte?», si è chiesto ancora Terranova.
A tracciare il percorso post 30 aprile, ci pensa Fabio Guerriero, capolista nel distretto catanzarese: «Sono convinto che l’1 maggio ci troveremo a lavorare all’interno di un partito più forte e coeso di quello che ci saremo lasciati alle spalle il 29 aprile. Se vincerà Orlando, andremo in direzione di una profonda scissione tra chi guida il partito e chi avrà l’onore e l’onere di guidare il Paese: è un fattore determinante affinché il partito ritrovi il contatto con i suoi elettori, con le persone che quotidianamente cercano risposte dalla politica. La personalizzazione dell’azione politica, lo abbiamo visto con vent’anni di berlusconismo, è un errore che mi auguro il Pd non voglia rifare istituendo vent’anni di renzismo. Comunque vada, però, cambieranno i rapporti all’interno del partito, ci sarà una più folta e riconoscibile rappresentanza di chi crede nella pluralità e di chi vuole che la discussione sia alla base dell’azione politica, di chi è convinto che il partito debba esercitare il ruolo di controllo nei confronti di chi amministra la cosa pubblica».
La mozione Orlando, allora, secondo Guerriero vuole riportare la politica al centro della discussione del Pd e quindi del Paese, in un momento in cui è «l’antipolitica a rispondere alla pancia degli elettori mentre si dovrebbe parlare alla loro testa».
La lista presentata ieri, infine, è composta da sette candidati. In ordine di posizione, sono: Fabio Guerriero, Antonella Franco, Salvatore Cosentino, Monique Famularo, Santo Bubbo, Roberta Giuditta e Rodolfo Iozzo.
ale.tar.
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