Ultimo aggiornamento alle 15:29
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

SCANDALO SACAL | Primo scontro in cda dopo la bufera giudiziaria

LAMEZIA TERME Mario Oliverio ha finalmente trovato il tempo per occuparsi della Sacal e della grave crisi che incombe sul futuro del maggiore scalo aeroportuale calabrese. Fino all’ultima burrasca …

Pubblicato il: 22/04/2017 – 15:15
SCANDALO SACAL | Primo scontro in cda dopo la bufera giudiziaria

LAMEZIA TERME Mario Oliverio ha finalmente trovato il tempo per occuparsi della Sacal e della grave crisi che incombe sul futuro del maggiore scalo aeroportuale calabrese.

Fino all’ultima burrasca giudiziaria, aveva accuratamente evitato ogni confronto sulla linea da seguire per rinnovare amministratori e management della Sacal. Anche dopo le prime inchieste, quelle che portarono all’arresto del vicepresidente Gianpaolo Bevilacqua e quelle successive che riguardavano la presidenza Colosimo, Oliverio aveva rispedito al mittente anche le più autorevoli richieste di affrontare in maniera risoluta il nodo della Sacal. Valga per tutte la formale richiesta del presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, oggi finito tra gli indagati e per questo dimessosi dal Cda della Sacal, che non fa mistero dei tentativi andati a vuoto per ottenere una presa di posizione del governatore.

Solo ora, inchiodato dai fatti, Oliverio ha assunto le sue responsabilità e si è presentato all’Assemblea degli azionisti. Ed è stato subito scontro con l’imprenditore Caruso, ultimo arrivato tra coloro che detengono quote. Imprenditore nel campo del gioco d’azzardo, Caruso ha racimolato le azioni che gli enti pubblici hanno lasciato colpevolmente libere. Di questo si evita di parlare ma anche su questo Provincia di Catanzaro, Regione Calabria e Comune di Lamezia Terme dovranno rispondere.

Lo scontro si è registrato attorno alle riforme che si intende apportare allo Statuto. Alcune sono obbligatorie perché richieste dalla legge Madia (riduzione dei consiglieri da 8 a 5), altre sono indigeste ai privati perché porterebbero la rappresentanza a essere direttamente proporzionale con gli investimenti sottoscritti. Fin qui, invece, soci privati con percentuali ridicole controllavano quasi interamente il Cda della Sacal.

Ma a mettere strizza agli amministratori pubblici c’è anche la conferma di un fascicolo aperto dall’autorità anticorruzione alla quale la Guardia di finanza ha consegnato una prima relazione sullo “scandalo Sacal” e alla quale, all’indomani degli arresti eccellenti, si erano rivolti anche i magistrati della Procura di Lamezia Terme e il prefetto di Catanzaro Luisa Latella.

Scontro a parte, l’assemblea degli azionisti ha registrato soltanto il suo aggiornamento al 2 maggio prossimo per procedere con le riforme statutarie. Nel corso della riunione sono anche arrivate le dimissioni dell’unico amministratore superstite, Francesco Grandinetti, che le ha motivate «in coerenza con quanto da me già richiesto in occasioni, meno delicate, precedenti e dalla consapevolezza che la società, dall’ultimo dei lavoratori sino agli azionisti di riferimento della stessa, ha necessità di rinnovare un cda nella più totale libertà di scelta». Grandinetti ha anche voluto sottolineare che le sue non sono «”dimissioni tattiche” in quanto non ho intenzione, per i motivi di cui sopra, di riproporre la mia candidatura come componente del nuovo cda Sacal».

Oliverio, dal canto suo, messa da parte la tentazione di proseguire limitando l’intervento al rinnovo degli amministratori, si spinge a chiedere che la nuova Sacal sia affidata a un amministratore unico, rispetto alla scelta del quale politica e imprenditori «devono fare non uno ma dieci passi indietro». Siamo al solito nodo: ci sarà coerenza tra proclami pubblici e atti concreti? Lo stesso dubbio sembra animi il Pd lametino, almeno a leggere quanto annota in un comunicato ufficiale con il quale si smarca ampiamente da Oliverio.

«Il Pd lametino – si legge – interviene dopo le vicende che hanno coinvolto il management della Sacal, chiedendo in merito la convocazione urgente di un consiglio comunale». Poi ricorda che «già da diverso tempo il Partito democratico aveva espresso dubbi sulla gestione tecnica-politica della Sacal e già da diverso tempo aveva richiesto un cambio di rotta rispetto alle modalità con cui il presidente e il direttore affrontavano il quotidiano e le prospettive di sviluppo dell’aeroporto».

Invece si è dovuta attendere la bufera giudiziaria: «Il quadro che esce dai provvedimenti della Procura della Repubblica conferma le perplessità di natura etica e morale che avevamo già espresso e, al di là della rilevanza penale dei comportamenti, rilevano comunque una gestione padronale della società e una assoluta mancanza di trasparenza. Condividiamo quindi la necessità che nella improrogabile modifica dello Statuto si proceda con l’introduzione di regole che evitino la possibilità, per chiunque, di gestire la Sacal come se fosse cosa propria aumentando i poteri di controllo dei soggetti che ne fanno parte che, in parte assai considerevole. sono pubblici ed impegnano i soldi di tutti».

Infine la stoccata al governatore Oliverio: «Più che discutere quindi se nominare un amministratore unico o un Consiglio di amministrazione ci pare urgente stabilire il principio che il management della Sacal (quindi non solo il Consiglio di amministrazione ma anche la direzione tecnica) debbano  necessariamente dimostrare di possedere esperienza e professionalità per assicurare lo sviluppo dell’aeroporto. Ovviamente se questo principio vale per la gestione quotidiana a maggior ragione riteniamo che sia indispensabile per le scelte strategiche della Sacal. In tal senso esprimiamo perplessità verso la decisione della Società di assumere i servizi dell’aeroporto di Crotone e di Reggio Calabria che, dai dati di conoscenza comune, non hanno, a oggi, i requisiti minimi di traffico per garantire, quantomeno, il pareggio di bilancio. Poiché i dati della Sacal oggi non presentano un avanzo di bilancio tale da consentirgli di mantenere il peso di altri due aeroporti in passivo ci pare indispensabile che la società metta a disposizione degli azionisti pubblici il Piano industriale, che ci permetta di comprendere attraverso quali politiche si intende riportare in pareggio gli altri due scali».

Lo dicono chiaro: «La Città e la Regione non possono permettersi un nuovo carrozzone che in un settore strategico, come quello dei trasporti, produca disservizi sprecando le risorse notevoli che la Comunità Europea ha messo a disposizione dello Scalo. È essenziale, e quindi pretendiamo, che il consiglio comunale acquisisca i documenti necessari per capire le scelte e le motivazioni che vi sono dietro e che si faccia carico di aprire a tutta l’area centrale della Calabria una discussione che sia strategica per il suo sviluppo».

 

pa. po.

leggi anche: Cda Sacal, tutto rinviato al 2 maggio

 

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x