COSENZA Vandali ancora ignoti la scorsa notte hanno danneggiato il portone d’ingresso e rotto i lucchetti dell’ex campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, nel cosentino, che oggi ospita un museo della memoria. Lo ha reso noto il sindaco del paese, Roberto Ameruso, nel corso della cerimonia della festa della Liberazione, alla quale partecipa il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, insieme ad altre autorità. Secondo le prime indiscrezioni, mani ignote avrebbero sabotato le serrature del cancello, bloccandole con la colla, ed hanno divelto alcuni cartelli informativi posti all’ingresso della struttura. Il primo cittadino ha espresso ferma condanna per «questo atto incivile che offende l’intera comunità». Sul fatto indagano i carabinieri.
IL CIMITERO DEI MIGRANTI Secondo le prime ipotesi, qualcuno si sarebbe trattato di un tentativo di boicottare o far saltare la commemorazione prevista per oggi al campo di Ferramonti, occasione – era stato annunciato nei giorni scorsi – scelta per annunciare ufficialmente l’avvio dei lavori per la costruzione del cimitero internazionale dei migranti. Proposito sfumato. «Questa è una giornata storica, perchè iniziamo una grande opera umanitaria, che darà dignità alla morte di chi perde la vita nei tragici naufragi», ha detto Franco Corbelli, leader del movimento Diritti civili ed ideatore del cimitero dei migranti «Consegneremo alla storia questa grande opera, e lo facciamo in un giorno simbolo, il giorno della festa della Liberazione a testimonianza dell’umanità di questa piccola comunità». Per Oliverio, presente alla cerimonia, «Ferramonti è un luogo simbolo di una pagina drammatica del nostro Paese, ma anche espressione di un contesto di accoglienza, quello di Tarsia».
DANNEGGIAMENTI A REGGIO Anche a Reggio Calabria, dove i manifesti per celebrare la Liberazione sono stati sporcati da decine di svastiche – denuncia l’Anpi – ci sarebbe da registrare uno strano danneggiamento. La targa voluta dall’associazione partigiani per ricordare il noto “discorso ai giovani” di Piero Calamandrei questa mattina è risultata lesionata. La frase «se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani» è ormai interrotta da crepe. « Non sappiamo se la cosa sia stata accidentale o un atto di natura dolosa, ma lo segnaleremo a chi di competenza» ha detto Sandro Vitale, anima dell’Anpi sulla riva calabrese dello Stretto.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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