CATANZARO «Una piccola indagine ma molto significativa e importante perché ci ha consentito nel breve periodo e già per la terza volta di entrare nella pubblica amministrazione, cosa che sembrava un tabù». Entrare negli affari illeciti commessi all’interno della pubblica amministrazione, ha detto il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, era attività quasi impossibile, «nessuno doveva osare, nessuno doveva permettersi». Ma oggi la Procura del capoluogo ha creato un pool dedicato agli illeciti nella pubblica amministrazione che sarà guidato dal procuratore vicario Giovanni Bombardieri e vedrà coinvolti cinque sostituti.
Per quanto riguarda l’indagine che ha portato all’arresto di un funzionario della Protezione civile e ai domiciliari tre imprenditori, le indagini sono state coordinate dal procuratore vicario Bombardieri e dal sostituto Alessandro Prontera.
«Queste indagini ci hanno consentito di portare alla luce una serie di truffe che nascono dalla doppia fatturazione e dalla doppia liquidazione di servizi – ha detto Bombardieri –. In pratica è avvenuto che, pur presentate e regolarmente liquidate alcune fatture, le stesse venissero ripresentate successivamente, a distanze di un anno e mezzo, e riliquidate grazie all’azione di un funzionario. Ciò testimonia una serie di rapporti, una serie di collusioni tra soggetti intranei alla pubblica amministrazione e soggetti esterni». Vi sono altre vicende oscure che sono oggetto di ulteriori accertamenti, altri pagamenti duplici, sui quali le indagini dovranno fare luce.
IL SISTEMA «È un possibile scenario di cui oggi abbiamo solamente uno spaccato. Quello che ci preoccupa – ha sottolineato il procuratore vicario – è il sistema che noi stiamo accertando, l’esistenza all’interno della pubblica amministrazione di soggetti inquinati che consentono delle ruberie in danno della collettività grazie a rapporti personali inquinati e inquinanti». Quello messo a segno grazie alle indagini della Guardia di finanza e della Dia di Reggio Calabria, oggi, è solo lo spaccato di un accertamento più ampio che va dalla falsificazione e distruzione di di documentazione ad altri episodi oggetto di indagini.
CHIESTO IL COMMISSARIAMENTO DI ELIMEDITERRANEA La Procura di Catanzaro ha chiesto il commissariamento della Elimediterranea. Una richiesta alla quale il gip Saccà darà risposta dopo avere effettuato un interrogatorio preliminare alla valutazione della richiesta della Procura.
LA TRUFFA «Nel 2013 è stato effettuato il pagamento di due fatture per alcuni servizi effettuati dalla Elimediterranea nel 2012 per complessivi 250 mila euro – ha spiegato il comandante del Nucleo di polizia tributaria Carmine Virno –, una da 104 mila euro e un’altra di 145 mila euro. Sulla fattura da 104 mila è stato fatto un pagamento parziale di 74 mila euro, non è stata raggiunta tutta la somma perché in quel momento i fondi della Regione non erano sufficienti. Nel dicembre del 2014 sono state riproposte queste due fatture e tramite Nicola Giancotti, il funzionario tratto in arresto, sono state indicate come debiti fuori bilancio». L’indagato ha approfittato del cambio di gerenza all’interno della Protezione civile, inducendo in errore il dirigente appena subentrato sottoponendogli, nella lista dei debiti fuori bilancio, il pagamento delle due fatture già incassate. «C’è da sottolineare che Giancotti era il rup di riferimento per questo genere di attività, una figura molto importante all’interno della pubblica amministrazione. La banca alla quale sono state inviate queste somme ha riscontrato problemi sulla causale. Quindi vi sono state una serie di email tra la funzionaria della banca e Giancotti che vistosi scoperto ha pensato di dire che vi era stato un errore e quelle somme dovevano essere pagate alla Elimediterranea per altri servizi. Un escamotage per consentire il doppio pagamento alla Elimediterranea».
PRIORITA’ ALLA CALABRIA Secondo Gianluigi Miglioli, comandante regionale delle Fiamme gialle in Calabria, operazioni come quella di oggi «sono segnali di legalità in questa terra che ne ha bisogno da tempo, sono segnali che stiamo continuando a dare. Le indagini sono ancora in corso ma ritengo porteranno a risvolti molto positivi, grazie anche al lavoro di una squadra che si è formata è che vuole fare bene»
Secondo Gaetano Antonio Scillia, dirigente della Dia di Reggio Calabria, «la Calabria a livello nazionale è tra le priorità del nostro organismo investigativo. Questo è testimoniato dall’assegnazione di nuove aliquote sia per la sede di Catanzaro che di Reggio Calabria. Nel primo trimestre del 2017 abbiamo centrato la quinta operazione di sequestro e confisca beni che ci ha portato a conseguire nel biennio sequestri e confische per un miliardo e 271 milioni di euro».
Alessia Truzzolillo
a.truzzollillo@corrierecal.it
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