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Cosenza, il primo giorno di Conticchio – VIDEO

COSENZA «Sono onorato di aver ricevuto questo incarico in questa splendida regione». Così il nuovo questore di Cosenza Giancarlo Conticchio si è presentato alla stampa. Conticchio, 55 anni di Gravi…

Pubblicato il: 27/04/2017 – 9:45
Cosenza, il primo giorno di Conticchio – VIDEO

COSENZA «Sono onorato di aver ricevuto questo incarico in questa splendida regione». Così il nuovo questore di Cosenza Giancarlo Conticchio si è presentato alla stampa. Conticchio, 55 anni di Gravina di Puglia, è sposato con due figli. È entrato in polizia nel 1988 e poi ha lavorato in tutta Italia. Subentra a Luigi Liguori trasferito alla Polfer di Puglia e Basilicata. «È la terza volta che lavoro in Calabria – ha detto Conticchio -: sono stato direttore della Scuola Allievi agenti di Vibo e poi al compartimento della polizia ferroviaria per la Calabria, Reggio Calabria, con l’incarico di dirigente reggente. Il mio è un mestiere di mission e al quale ho deciso di dedicarmi per scelta. Nessuno mi ha imposto di fare il concorso per fare un lavoro che mi porta in giro per l’Italia. La mia intenzione è quella di continuare sulla strada del mio predecessore, il dottore Liguori al quale mi lega un rapporto particolare. Le strade da percorrere sono prevenzione e repressione che sono strettamente legate perché il cittadino si deve sentire sicuro. Il cittadino si sente sicuro se vede l’uniforme per strada al di là del tipo di forza dell’ordine. Ieri ho incontrato il prefetto e oggi il procuratore e il presidente del Tribunale. Con il procuratore – ha aggiunto ho parlato dei problemi della città ma io sono abituato a mettere le mani in pasta. Io sono al servizio della città e sono incline al coordinamento con le altre forze di polizia perché l’unico obiettivo è quello del bene della comunità. Ho ereditato una Questura efficiente e il mio obiettivo principale sarà, come sempre, quello di rendere giustizia alle ingiustizie. Sugli immigrati bisogna stare attenti senza generalizzare perché c’è l’immigrato buono e l’immigrato delinquente».

Un attaccamento alla divisa trasmesso anche ai suoi figli. «Senza alcuna minima imposizione e senza mai aver dato neanche un minimo suggerimento – ha aggiunto a margine dell’incontro – il primo è già ufficiale della guardia di finanza, il secondo va ancora a scuola ma già l’altro giorno anticipava qualche intenzione di provare a indossare la divisa. Ritengo che la famiglia sia un fondamentale supporto per fare questo lavoro».

 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it