COSENZA Carlo Guccione prova a mediare tra i due Mario (Oliverio, governatore, e Occhiuto, sindaco di Cosenza) che, «per i loro caratteri, mettono a rischio l’opportunità di realizzare la prima grande opera della città unica, la metroleggera». E dire che a mediare Guccione non è proprio abituato: «Non risparmio polemiche a entrambi, ma qui è in gioco il futuro dell’area urbana». E dunque, sul piano politico, il consigliere regionale del Pd si pone nel solco dell’opera già avviata da Franco Iacucci, presidente della Provincia ed (ex?) oliveriano di ferro che si offre di fare da pontiere tra due posizioni apparentemente inconciliabili. Con un obiettivo («la realizzazione dell’opera») e una preoccupazione: «Non vorrei ci fossero forze che vogliono tenere in uno stato di debolezza e marginalità l’area urbana. Perché qui sono in gioco assetti che non riguardano soltanto Cosenza ma l’intera Regione». Una Cosenza senza grandi opere, senza gradi investimenti, potrebbe diventare «periferia della periferia. Dove andiamo con una città di 69mila abitanti?». Qui il riferimento è esplicito: con la fusione in fieri tra Corigliano e Rossano, il capoluogo potrebbe diventare residuale. Figuriamoci senza gli investimenti promessi da decenni. La «verità» a cui fa riferimento Guccione è questa. Ed è, per il momento, priva di mandanti politici espliciti nel discorso dell’ex assessore regionale.
Il suo ragionamento, però, è chiaro: «Non credo serva molto per trovare un accordo. D’altra parte la giunta comunale di Cosenza, nel Psc approvato di recente, ha confermato la volontà di realizzare la metrotranvia che andrà dall’Unical a Rogliano passando per Rende e Cosenza». Dà addirittura atto a Occhiuto di «aver migliorato il progetto con le osservazioni poste nel 2013, che sono state tutte accolte». E allora dove sta il problema? Guccione risponde con due domande: «Bisogna accelerare l’iter per la realizzazione del museo di Alarico? Si può fare. Si deve accelerare il secondo finanziamento per Santa Lucia? Facciamolo. Se serve che la firma dell’Accordo quadro sia fatta a Cosenza va bene pure». L’unica cosa che non si può fare è «far saltare un’opera che ritengo strategica». E che la città progetta fin dal 1985, quando Guccione sedeva in consiglio comunale e il Piano regolatore sognava la metroleggera. Oggi, invece, il pericolo concreto è quello di buttare via 320 milioni di euro: i primi 160 non spesi (e dunque sfumati) nella programmazione europea 2007-2013, i secondi in ballo oggi e fortemente a rischio. Assieme al progetto dell’ovovia e a quelli delle piste ciclabili. E, secondo Guccione, assieme al futuro di un’area urbana esposta al pericolo di essere emarginata: «Ci sono forze che spingono in questa direzione. C’è un solo modo per rispondere: far partire il cantiere della prima grande opera della città unica e poi avviare l’iter per unire Cosenza, Rende e Castrolibero». Suona come un programma politico bipartisan. Prima bisognerà mettere d’accordo caratteri (e ambizioni) dei due Mario. (ppp)
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