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Processo alle cosche cosentine, parola alle difese

CATANZARO  «Amodio e Dedato non sono responsabili di quegli omicidi». È la sintesi di una parte delle arringhe difensive che è svolta giovedì a Catanzaro nel corso del processo d’appello “Terminato…

Pubblicato il: 27/04/2017 – 12:13
Processo alle cosche cosentine, parola alle difese

CATANZARO  «Amodio e Dedato non sono responsabili di quegli omicidi». È la sintesi di una parte delle arringhe difensive che è svolta giovedì a Catanzaro nel corso del processo d’appello “Terminator IV” per due dei tre imputati. Nella precedente udienza  la Procura generale aveva chiesto l’ergastolo per Franco Presta anche per il delitto Sassone. Il processo è scaturito dall’operazione che ha cercato di fare luce sulla guerra di mafia nel Cosentino. Al centro delle indagini ci sono gli agguati in cui sono morti, alla fine degli anni Novanta, Enzo Pelazza a Carolei, Antonio Sena a Castrolibero, Antonio Sassone trucidato a Terranova da Sibari e Vittorio Marchio assassinato a Cosenza.
Il sostituto procuratore generale aveva chiesto la conferma del carcere a vita per il presunto boss Presta (che ritiene responsabile anche di un altro omicidio rispetto al primo grado), la condanna a tredici anni per il pentito Vincenzo Dedato e dieci anni di carcere per Francesco Amodio, collaboratore di giustizia a cui è stato però revocato il programma di protezione.
Rispetto alla sentenza di primo grado, la Procura generale ha chiesto un inasprimento delle pene con una condanna più alta per Dedato e la condanna per Amodio che era stato invece assolto. Perché per il sostituto procuratore generale tutti e tre gli imputati sono responsabili inoltre del delitto Sassone, per il quale erano stati invece assolti. Infatti, lo scorso 29 aprile la Corte di Assise di Cosenza (presieduta dal giudice Giovanni Garofalo, a latere il collega Marco Bilotta), accogliendo le richieste del pm della Dda Pierpaolo Bruni aveva inflitto l’ergastolo a Presta, condannato il pentito Dedato a dieci anni e sei mesi di reclusione. E aveva assolto Amodio, che era accusato solo del delitto Sassone. Presta era stato condannato al carcere a vita con isolamento diurno per un anno per gli omicidi Marchio e Pelazza, mentre era stato assolto per l’omicidio Sassone e per la detenzione di armi. Per gli stessi capi d’imputazione erano stati assolti infatti pure Dedato e Amodio. Dedato era stato condannato a 10 anni e sei mesi per delitto Pelazza perché per il delitto Marchio era stato già giudicato e condannato nel processo “Terminator II” assieme a Ettore Lanzino.
Giovedì mattina hanno discusso gli avvocati Claudia Conidi difensore di Amodio e l’avvocato Bruno Napoli per Dedato. Nella prossima udienza, fissata per il prossimo 26 giugno, toccherà agli avvocati Lucio Esbardo e Franco Locco difensori di Presta fare le loro arringhe. Al termine di eventuali repliche e controrepliche la Corte di Assise di Appello entrerà in camera di consiglio per emettere la sentenza di secondo grado.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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