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Valli Cupe, nuovo blitz della Regione

CATANZARO L’ordine sembra chiaro: mettere le mani sulla Riserva “Valli Cupe”. Allargare la sua gestione secondo le solite logiche “spartitorie”. Dare più spazio alla politica che vuol gestire gli i…

Pubblicato il: 28/04/2017 – 12:48
Valli Cupe, nuovo blitz della Regione

CATANZARO L’ordine sembra chiaro: mettere le mani sulla Riserva “Valli Cupe”. Allargare la sua gestione secondo le solite logiche “spartitorie”. Dare più spazio alla politica che vuol gestire gli ingenti fondi destinati alla nuova area protetta della Calabria. Per il momento, però, i tentativi di cambiare una legge approvata, in modo bipartisan, solo cinque mesi fa, sono tutti falliti. Ieri l’ultimo blitz, nel corso della seduta della giunta regionale. Sul tavolo dell’esecutivo è finita una nuova proposta di legge, firmata dal direttore generale del dipartimento Ambiente, Orsola Reillo. L’obiettivo principale: modificare la norma attualmente in vigore e, in particolare, la parte relativa alla gestione della Riserva, oggi appannaggio esclusivo del Comune di Sersale, che solo pochi giorni fa ne ha nominato il direttore, Carmine Lupia. La proposta del dipartimento, invece, prevedeva una conduzione condivisa. Con quale ente? Il Comune di Zagarise – sul cui territorio ricade solo un quinto della Riserva (circa 147 ettari), rispetto agli oltre 500 di Sersale –, attualmente guidato dal sindaco Domenico Gallelli, una vecchia conoscenza di Oliverio. Il governatore, nel marzo dello scorso anno, lo ha infatti nominato responsabile della struttura amministrativa del dipartimento Urbanistica. Gallelli può essere considerato, in sostanza, un uomo di fiducia del presidente della Regione. Il sindaco, tra l’altro, poche settimane fa aveva chiesto e ottenuto un’audizione in commissione regionale Ambiente per reclamare forme di rappresentanza nell’area protetta. 

IL RIBALTONE Una posizione in qualche modo sostenuta, durante la seduta successiva, anche dal dirigente del settore “Parchi e aree naturali” Giovanni Amerini, secondo cui la norma approvata lo scorso dicembre – passata indenne dal vaglio del Consiglio dei ministri, che non l’ha impugnata davanti alla Corte costituzionale – non rispetterebbe le prescrizioni della legge nazionale quadro 394, che prevede il coinvolgimento di tutti gli enti pubblici interessati nella gestione delle riserve. Insomma, un tentativo di ribaltone rispetto a una legge approvata all’unanimità e che, forse per la prima volta in questa legislatura, aveva davvero messo d’accordo tutti, consiglieri regionali di centrosinistra e di centrodestra. Perfino Oliverio, convinto che l’istituzione della Riserva avesse «qualificato» anche l’azione della sua giunta.

LA PROPOSTA La Regione stessa, tuttavia, ieri ha tentato di mettere in discussione una legge ormai definitivamente approvata, soprattutto in relazione alla governance dell’area protetta. Secondo il dipartimento, la soluzione migliore per gestire la Riserva sarebbe quella del “consorzio obbligatorio” tra il Comune di Sersale e, appunto, quello di Zagarise, che per questa via diventerebbero soci al 50%, con potere di veto l’uno sull’altro e gestione collegiale delle risorse, cioè i 100mila euro annuali garantiti dalla Regione più gli svariati milioni messi a disposizione dalla Comunità europea per le aree protette. Questa formula, inoltre, se applicata, renderebbe obbligatoria l’unanimità delle scelte e il rischio di una paralisi amministrativa diventerebbe molto probabile, considerati i non idilliaci rapporti tra le due amministrazioni.
Anche questo blitz è stato però sventato. La giunta ha rinviato il testo per approfondire la vicenda e, soprattutto, per individuare altre e più snelle forme di collaborazione tra i due Comuni della Sila Piccola. Per il momento la legge che istituisce la Riserva e la sua governance resteranno come sono. Ma non è detto che la Regione non tenti una nuova sortita.

IL SINDACO DI SERSALE È quello che teme il sindaco di Sersale, Salvatore Torchia, che sul suo profilo Facebook ha esternato tutte le sue preoccupazioni circa le nuove «azioni di disturbo» sulla Riserva, messe in atto «dopo avere respinto in Commissione Ambiente – grazie al suo presidente e a tutti i membri della stessa – il tentativo deplorevole di modificare la legge, per inserire nella “gestione” della Riserva il sindaco di Zagarise, quasi si trattasse di gestire un ente assistenziale e clientelare». 
La proposta del dipartimento, insomma, non è, a parere di Torchia, «giuridicamente fondata», perché «violerebbe la ratio della legge istitutiva della Riserva, che ha scelto di non avere intermediari politici per conseguire le sue finalità». Senza contare che, qualora ottenesse un definitivo disco verde, «getterebbe discredito sul consiglio regionale e umilierebbe l’azione legislativa dei consiglieri regionali che hanno approvato la legge, dopo un anno di lavoro, solo cinque mesi fa; e che adesso, per accontentare appetiti e cupidigie del retrobottega della politica, sarebbero costretti a smentirsi». Il pericolo è dietro l’angolo, dal momento che, seguendo la nuova strada tracciata dalla Regione, «si macchierebbe una legge che fin qui è stata un esempio di buone pratiche legislative, come ha riconosciuto lo stesso presidente Oliverio». Torchia non vuole abbassare la guardia: «So bene che in un confronto pubblico certi tentativi meschini si scioglierebbero come neve al sole. Ma nella nostra regione al peggio sembra non esserci mai fine. Perciò occorre vigilare. E stare in allerta, perché, qualora si procedesse sulla cattiva strada, per difendere la legge occorrerà non solo attivare ogni azione legale e politica, ma non è da escludere anche la protesta popolare, perché i cittadini hanno capito tutto e non si lasceranno prendere in giro». 

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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