CATANZARO Che il governatore Oliverio sia un’eccellenza nel campo degli annunci è un dato di fatto. Che questi annunci non si traducano in fatti concreti, purtroppo, accade spesso. E questa volta è toccato a una strombazzata – dalla comunicazione ufficiale, nel mese di marzo – futura (a quei tempi) visita del presidente del Consiglio dei ministri in Calabria. Prevista per aprile, la trasferta di Gentiloni ha davvero poche ore per materializzarsi, se vuole salvare la “credibilità istituzionale” di Mario Oliverio. Altrimenti, pazienza, sarà una promessa sfumata come tante.
E dire che il comunicato stampa all’epoca era stato netto, solenne: «Il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, ha incontrato questa mattina il presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, con il quale ha svolto una disamina della situazione della Calabria e, in particolare, delle maggiori emergenze economico-sociali e delle attività in corso per dare impulso allo sviluppo occupazione e produttivo della nostra regione». Non proprio un capolavoro di originalità: ma quando si dice che certi problemi sono atavici non si scherza.
«Tra i principali problemi – continuava, appunto, la nota – affrontati una particolare sottolineatura è stata dedicata al tema del sistema degli investimenti produttivi, alle infrastrutture e al ruolo del porto e dell’area di Gioia Tauro». Proprio Gioia Tauro è stata argomento della visita del ministro Claudio De Vincenti venerdì. Si trattava, dunque, della promessa generica di una visita governativa. No, purtroppo: «Al termine del cordiale colloquio – siamo sempre nella nota ufficiale –, il presidente Oliverio ha invitato il presidente Gentiloni a visitare la nostra regione.
Un invito che il premier ha immediatamente accolto, annunciando una sua visita in Calabria per il prossimo mese di aprile». Tralasciamo il resto della nota, visto che la chiacchierata con il ministro Delrio sulla Sacal non ha portato bene (è avvenuta qualche settimana prima dello scandalo che ha travolto la società).
Ma ora che aprile se ne va, resta la sola certezza del Gentiloni perduto. Del premier che dà buca al governatore. E la primavera si fa un po’ più malinconica. (ppp)
x
x