COSENZA È nel cuore dell’establishment renziano che prende forma il più clamoroso dei flop. Nell’area urbana di Cosenza, lì dove mantengono i loro feudi personaggi del calibro di Mario Oliverio, Enza Bruno Bossio e Stefania Covello, i voti raccolti dal segretario in pectore è pari al 54%. Quindici punti percentuali in meno rispetto al resto della provincia bruzia (dove a tenere alta la bandiera del renzismo sono stati i centri dell’Alto Tirreno) o altri capoluoghi come Vibo, addirittura diciotto punti in meno rispetto alla media regionale.
Una batosta, il dato politicamente più rilevante – dopo la prima pericolosa avvisaglia arrivata al termine del voto nei circoli, tra gli iscritti dem – in primarie largamente dominate in Calabria da Matteo Renzi. Il voto di Cosenza assume un significato politico particolare. Il dato così basso rappresenta una sonora bocciatura per il governatore per i parlamentari che qui condividono in pieno la linea della giunta regionale.
Può esultare Carlo Guccione, massimo rappresentante della mozione Orlando. La percentuale raggiunta a queste latitudini del Guardasigilli è nettamente superiore al dato regionale e nazionale. Non è un caso. Attorno all’ex assessore regionale, mandato via dalla giunta dopo il deflagrare dell’inchiesta Rimborsopoli, si va coagulando il fronte degli oppositori interni a Oliverio. E il voto espresso domenica indica chiaramente che questo schieramento è in crescita.
Nelle prossime settimane si capirà se ci saranno ulteriori smottamenti. Di certo è che al Nazareno, pur nell’euforia generale, il dato non mancherà di far discutere. Soprattutto quando ci sarà da affrontare il tema delle candidature al Parlamento. Argomento a cui sono interessati molti tra i protagonisti del flop renziano in riva al Crati.
an. ri.
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