LAMEZIA TERME «Siamo qui per discutere discutere le misure statutarie perché per prima cosa bisogna adeguare lo statuto della Sacal alla legge Madia. Dopo affronteremo anche il problema degli organi di governo della società». Così il governatore della Calabria, Mario Oliverio che martedì mattina ha raggiunto politici e imprenditori riuniti per affrontare il problemi dello scalo aeroportuale di Lamezia Terme dopo lo scandalo che l’inchiesta Eumenidi – coordinata dalla Procura di Lamezia Terme e condotta da Guardia di finanzia e Polaria – ha portato agli arresti domiciliari i vertici della Sacal. Presenti alla riunione di martedì, oltre al governatore, anche gli imprenditori Pippo Callipo, Guglielmo, Caruso e Lento. Per quanto riguarda i rappresentanti istituzionali vi sono il sindaco di Catanzaro Abramo, Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme e il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci. C’erano anche Daniele Rossi e Dario Lamanna in rappresentanza di Confindustria Catanzaro.
Nel corso dell’incontro dello scorso 22 aprile si era registrato uno scontro in merito alle riforme statutarie. Ad innescare il diverbio era stato l’imprenditore Caruso, ramo del gioco d’azzardo, riguardo alla rappresentanza che potrebbe essere direttamente proporzionale con gli investimenti sottoscritti.
«PENSATE AI LAVORATORI» «Presidente pensate agli stagionali», «Noi siamo a casa, presidente», «Mettete un presidente serio». Mentre Mario Oliverio varca il cancello verso gli uffici amministrativi della Sacal, gli operai lo incalzano affinché la loro condizione non venga passata sotto traccia in questi giorni di riunioni e cambiamenti. Gli stipendi sono arrivati ma le questioni in sospeso, che si trascinano da anni, sono pesanti. «Siamo sotto organico – raccontano – e questo è un problema anche per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro perché lavorare sulla pista non è uno scherzo». Ci sono lavoratori stagionali da 11 anni e lavoratori effettivi che non riescono, dopo sei anni, a raggiungere le 40 ore di lavoro.
Le condizioni contrattuali avvilenti e le storie che vengono fuori dagli animi ormai sconfortati sono tante. Racconti di promozioni senza alcun concorso, gente sistemata con uno schiocco di dita e dipendenti precari da oltre 10 anni. Mostrano un mondo senza una regola, senza prospettive. Stagionali che aspettano di essere chiamati perché, hanno detto, nessuno firma per i loro contratti. Il lavoro degli stagionali lo svolgono gli effettivi ma sotto organico non si può andare avanti. E se gli operai sono sotto organico, gli amministrativi invece sono “tantissimi”. «Abbiamo trascorso anni a stringere la cinghia, meno male che è successo quello che è successo – dicono riferendosi all’inchiesta – perché c’è la speranza che cambi qualcosa». Questo sperano e per questa ragione fanno capannello davanti ai cancelli della Sacal.
ale. tru.
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