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Se Palazzo Campanella celebra il circolo “abusivo”

REGGIO CALABRIA Un soggetto a processo per aver trasformato un bene confiscato in un albergo abusivo può diventare l’eroe del giorno in consiglio regionale? E per di più, per iniziativa di un polit…

Pubblicato il: 02/05/2017 – 18:03
Se Palazzo Campanella celebra il circolo “abusivo”

REGGIO CALABRIA Un soggetto a processo per aver trasformato un bene confiscato in un albergo abusivo può diventare l’eroe del giorno in consiglio regionale? E per di più, per iniziativa di un politico sotto indagine perché sospettato di aver beneficiato dei voti dei clan? A Reggio Calabria sembra proprio di sì. È successo il 30 aprile scorso, quando a Palazzo Campanella, su invito del consigliere regionale Francesco Cannizzaro, attualmente indagato nell’ambito dell’indagine antimafia Ecosistema, ha fatto il suo ingresso Enzo Tornabene, istruttore e quanto meno fino al 2015 dirigente del “Free Spirits”, associazione che gestisce l’omonimo circolo sportivo (privato), messo in piedi a Punta Pellaro.

TARGHE E SPOT È lì che ha deciso di allenarsi prima dell’inizio della stagione delle competizioni il campione internazionale di kitesurf Luis Brito. Un’occasione che Cannizzaro ha voluto celebrare non solo omaggiando di una targa lo sportivo, invitato per questo a Palazzo Campanella, ma regalando anche un piccolo spazio di autopromozione a Tornabene e alla sua associazione.

GARBUGLI Nel corso della manifestazione voluta da Cannizzaro, l’istruttore-dirigente non ha esitato a prendere la parola per esaltare «le particolarità di quel piccolo paradiso naturale che è Punta Pellaro prescelto da campioni di fama internazionale per allenarsi e perfezionarsi». Peccato che l’associazione di cui Tornabene si è fatto portavoce e che oggi gestisce quel piccolo eden, abbia preoccupazioni e grattacapi non solo sportivi. E che lui stesso sia al centro di un groviglio giudiziario ben più complicato – e preoccupante – delle “linee” dell’ala del kite ingarbugliate da qualche principiante.

TUTTI A PROCESSO Il 27 gennaio scorso, Tornabene, insieme alla compagna, Giuliana Lo Vecchio e a Vincenzo Tripodi, «soci di fatto e dirigenti di diritto dell’associazione Free Spirits» sono stati rinviati a giudizio per una serie di reati che vanno dalla truffa, all’abuso d’ufficio in concorso, passando per il furto di energia elettrica. Tutti reati che – secondo i magistrati prima e il gip poi -sono stati commessi in un bene confiscato abusivamente trasformato in un albergo.

ALBERGO CLANDESTINO La vicenda risale al 2015, quando un controllo della Guardia di Finanza ha svelato che nella villa di Gambarie – un tempo appartenuta al “re dei videopoker” Gioacchino Campolo e all’epoca già in mano allo Stato –  era stato installato un hotel totalmente abusivo. Privo di qualsivoglia autorizzazione all’attività ricettiva, privo di regolare fornitura idrica ed elettrica, ma soprattutto assolutamente privo del visto buono dei custodi giudiziari, che lo avevano affittato a canone agevolato all’associazione sportiva.

SUBAPPALTI E VENDETTE Secondo gli accordi, lì avrebbe dovuto esserci una foresteria gratuita per i soci del Free spirits, in estate dediti al kite e d’inverno allo snowboard. In realtà, nella megavilla del re dei videopoker era stato installato un vero e proprio albergo, con tanto di camere e chiavi numerate, tanto frequentato da indurre il direttivo dell’associazione a subappaltare ad un imprenditore esterno, Antonio Surace, l’attività di ristorazione. Un pessimo affare per lui. Quando non ha pagato l’esoso canone di affitto chiesto per i locali destinati alle cucine, Surace ha infatti perso anche la possibilità di recuperare pentole e attrezzature perché gli “sportivi” hanno pensato bene di cambiare la serratura.

IL DOPPIO RAGGIRO AI CUSTODI Ma chi è stato doppiamente gabbato dall’associazione portata a modello in Consiglio regionale, sono stati i custodi giudiziari. All’epoca, con loro lavorava anche Giuliana Lovecchio, compagna di Tornabene e per gli investigatori pienamente coinvolta nella gestione dell’associazione Free spirits. Tutte circostanze che la donna ha pensato bene di nascondere alla società per cui lavorava, quando i suoi soci hanno partecipato alla procedura negoziale per l’affitto della villa.

LAVORI FANTASMA In più, in accordo con Tornabene e Tripodi, insieme a lei considerati dirigenti di fatto e di diritto dell’associazione, ha contribuito alla presentazione di un preventivo di lavori «indispensabili e necessari al fine  di rendere utilizzabile l’immobile in sequestro» assolutamente sovradimensionato. Un trucchetto – sostengono i magistrati e concorda il gip – per strappare un abbattimento del canone del 50%, in cambio degli – asseriti – necessari interventi.

QUESTIONE DI ESEMPI Sono queste – affermano i magistrati – le attività del direttivo dell’associazione omaggiata a palazzo Campanella dal consigliere Cannizzaro, che il 30 aprile scorso ha affermato «Luis ha scelto anche quest’anno la location Punta Pellaro come luogo in cui svolgere gli allenamenti pre-gare mondiali per le condizioni meteo climatiche favorevoli e la sua parsimonia» per poi concludere dicendo che «il noto atleta è sicuramente un buon esempio per i nostri giovani». Lui magari sì, l’associazione che gestisce il circolo scelto per allenarsi, quanto meno secondo i magistrati no. 

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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