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Calabria Etica, Ruberto e Caserta tornano in libertà

LAMEZIA TERME Tornano in libertà Pasqualino Ruberto e Vincenzo Caserta finiti in carcere lo scorso due febbraio in seguito all’inchiesta della Procura di Catanzaro “Robin Hood”. Il gip Barbara Sacc…

Pubblicato il: 03/05/2017 – 12:54
Calabria Etica, Ruberto e Caserta tornano in libertà

LAMEZIA TERME Tornano in libertà Pasqualino Ruberto e Vincenzo Caserta finiti in carcere lo scorso due febbraio in seguito all’inchiesta della Procura di Catanzaro “Robin Hood”. Il gip Barbara Saccà ha accolto l’istanza presentata dal legale di Ruberto, Mario Murone, e dai legali di Caserta, Giancarlo Pittelli e Francesco Iacopino, e mercoledì mattina è stata eseguita la scarcerazione degli indagati – che si trovavano in regime di domiciliari dal 15 febbraio su decisione del Riesame – per i quali non è prevista altra misura cautelare. 
L’inchiesta condotta dalla Procura ordinaria e dalla Dda del capoluogo – che portò tra l’altro all’arresto del consigliere regionale Nazzareno Salerno (sospeso a marzo) – punta il dito contro la distrazione di fondi comunitari destinati al “Credito sociale”, ossia alle famiglie più bisognose, e dirottati, con manovre illecite, sulla Cooperfin Spa, di Ortensio Marano società esterna alla Regione Calabria. La gestione del Credito Sociale veniva così, con pressioni e minacce, sottratta a Fincalabra, ente in house, e destinata ad un altro ente in house, Calabria Etica, incapace, diversamente da Fincalabra, di operare la gestione economico-fìnanziaria richiesta dal progetto. Presidente di Calabria Etica, all’epoca dei fatti, parliamo del 2014, era Pasqualino Ruberto al quale viene contestato il reato di abuso d’ufficio per avere accettato la gestione del  fondo Credito sociale «pure in presenza di Enti economici e finanziari della Regione Calabria, quale ad esempio Fincalabra, che ben avrebbero potuto, atteso il loro oggetto sociale e conformemente allo stesso, provvedere alla medesima gestione del credito». Ruberto viene accusato, inoltre, di turbata libertà degli incanti per avere, insieme a Marano, Salerno e Vincenzo Caserta, turbato una gara indetta dalla Fondazione Calabria Etica, per conto della Regione Calabria, in relazione alla selezione di un partner di service finanziario connesso alla gestione del fondo, incidendo sul contenuto del bando per fare modo di scoraggiare la partecipazione di candidati concorrenti alla Cooperfin. 
Abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, turbata libertà degli incanti sono i reati contestato a Vincenzo Caserta, ex direttore generale reggente del dipartimento “Sviluppo ecomonico, Lavoro, Formazione e Politiche Sociali”, poiché, «istigato dal Salerno e dal Marano» avrebbe affidato a Calabria Etica la gestione del Credito sociale.

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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