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Casali del Manco c’è (Spezzano «annesso»)

REGGIO CALABRIA Anschluss. Il termine che storicamente designa l’annessione dell’Austria da parte del Terzo Reich potrebbe forse tornare attuale in Calabria. Già, perché la parola che riecheggia in…

Pubblicato il: 04/05/2017 – 18:12
Casali del Manco c’è (Spezzano «annesso»)

REGGIO CALABRIA Anschluss. Il termine che storicamente designa l’annessione dell’Austria da parte del Terzo Reich potrebbe forse tornare attuale in Calabria. Già, perché la parola che riecheggia in aula per tutta la seduta del consiglio regionale è quella lì: annessione. Proprio così: per il centrodestra, e perfino per qualche esponente della maggioranza, la nascita dei Casali del Manco non è il risultato di una monolitica volontà popolare, quanto piuttosto una forzatura, una prova di muscoli nei confronti dell’unica tra le cinque realtà interessate dal referendum ad aver detto no alla fusione nel Comune unico: Spezzano Piccolo. Che, malgrado la netta opposizione – popolare, della minoranza e di un big del centrosinistra come Orlandino Greco –, farà parte del neonato municipio presilano. La proposta di legge – scivolata indenne dalle verifiche di due commissioni (Affari istituzionali e Bilancio) e rafforzata da due diversi pareri legislativi circa l’interpretazione da dare al risultato della consultazione dello scorso marzo – passa a maggioranza. Casali del Manco c’è, ormai è una realtà di 11mila abitanti. Voti contrari di Greco e delle minoranze, con l’eccezione di Baldo Esposito (Ncd) e Francesco Cannizzaro, astenuti.
Gongola il principale sostenitore della fusione, Giuseppe Giudiceandrea. Masticano amaro tutti gli altri, tra cui il Comitato di Spezzano Piccolo che, fuori dal palazzo, ha chiesto a gran voce l’esclusione dai Casali.

NEGAZIONE Greco è di certo il più amareggiato: «È una negazione delle rappresentanze, inspiegabile la tempestività con cui è stata presentata la legge». Ancora: «È impossibile ignorare il voto dei cittadini di Spezzano Piccolo, in quanto rappresenta una lesione grave della volontà manifestata al referendum. Se il 100% cittadini di Cosenza votasse sì e Castrolibero e Rende, invece, votassero no, cosa succederebbe? Secondo questo principio il loro voto sarebbe inutile, perché a decidere sarebbe solo Cosenza, che ha una popolazione di gran lunga maggiore». L’esempio non è casuale: Greco teme che anche la “sua” Castrolibero possa in futuro essere “mangiata” dalla città bruzia. La proposta? Una legge di interpretazione autentica per «risolvere la difficile questione dei Casali del Manco». Un lodo rimasto inascoltato. Anche per via della presa di posizione del governatore Oliverio che, dopo un momento di sbandamento della maggioranza, indecisa se tirare dritto o meno, annuncia il suo voto favorevole («in qualità di consigliere regionale») e fa uscire la maggioranza dall’impasse. Non senza sottolineare la necessità «di una legge quadro per accelerare i processi di accorpamento, perché dobbiamo offrire una serie di regole che consentano di costruire un progetto di fusione che metta i Comuni nelle condizioni di governare meglio il territorio». Poi taglia corto: «Cinque consigli comunali si sono determinati con voto unanime. Un voto che è stato sottoposto al consiglio regionale affinché permettesse alle popolazioni, con il referendum, di esprimersi di fronte a un quesito. Su questo non si possono fare ragionamenti strumentali o assumere posizioni per parlare con un elettorato o con un altro per uscirne con un poco di consenso». Stoccata a Greco? Probabile, ma non certo. «La Corte d’appello –  conclude Oliverio – ha proclamato il risultato nel suo complesso. I cittadini possono ricorrere al governo se vogliono respingere l’iniziativa. Non c’è nessuna volontà di ledere i principi democratici». E, per una volta, il governatore ottiene anche l’appoggio di Carlo Guccione, uno dei consiglieri di maggioranza solitamente più critici: «Sono totalmente d’accordo con lui».

GLI ALTRI Articolata anche la posizione di Fausto Orsomarso (Misto): «Favorevole alle fusioni organizzate, ma proprio qui sta il limite di questa legge. Il Consiglio non può ratificare un provvedimento che non tutela il voto dei cittadini». «Nessuna forzatura – gli fa eco Giovanni Nucera (La Sinistra) –, l’iter dell’unione inizia dai 5 consigli comunali che hanno chiesto espressamente alla Regione di fare la fusione». «Un legislatore serio – attacca Mario Magno (Misto) – si pone il problema della qualità delle sue leggi. Questa norma è un pastrocchio da cui non si riesce a uscire».
«Questa non è una fusione, è un’annessione», commenta Sinibaldo Esposito. Contraria pure Wanda Ferro: «La legge potrebbe costituire un precedente e una nuova causa di allontanamento dei cittadini dalla politica». Alessandro Nicolò (Fi) punta l’indice contro «l’incapacità legislativa e politica della maggioranza, che appare confusa e divisa su una tematica da tempo approfondita»Pure Domenico Bevacqua (Pd) solleva qualche dubbio: «Non voglio prendere una decisione non condivisa dalla maggioranza», spiega, per poi chiedere e ottenere una sospensione dei lavori di una mezz’ora. Si torna in aula e il risultato non cambia: i Casali del Manco esistono per legge. Anschluss. 

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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