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L’Ospedale militare di Catanzaro “negato” al Fai

CATANZARO Anche quest’anno le “Giornate Fai di primavera”, volute e organizzate dal Fondo ambiente italiano, hanno avuto grande successo anche, se non soprattutto, in Calabria. L’ampio servizio ded…

Pubblicato il: 04/05/2017 – 21:47
L’Ospedale militare di Catanzaro “negato” al Fai

CATANZARO Anche quest’anno le “Giornate Fai di primavera”, volute e organizzate dal Fondo ambiente italiano, hanno avuto grande successo anche, se non soprattutto, in Calabria. L’ampio servizio dedicato dal Tg1 in prima serata, con l’intervista alla professoressa Annalia Paravati, ne fornisce una eloquente testimonianza. 
Nell’itinerario, tra le bellezze non viste dell’ambiente calabrese era prevista come tappa principale l’apertura ai visitatori del vecchio Ospedale militare di Catanzaro, sorto all’interno di un ancor più vetusto convento.
Lasciato all’incuria per anni e destinato a cadere sotto i calcinacci e la speculazione edilizia, l’importante struttura presto tornerà a nuova vita per la testardaggine del nuovo procuratore distrettuale di Catanzaro Nicola Gratteri che, dimostrandosi subito “infornato dei fatti”, già nel giorno del suo insediamento disse con chiarezza che intendeva operare per la ristrutturazione e il recupero dell’immobile da destinare in parte agli uffici della Procura distrettuale antimafia e in parte a servizi per i cittadini, come sale congressi, spazi espositivi e giardini pubblici.
Una iniziativa che, con tutta evidenza, è andata di traverso a qualcuno ma ha strappato il consenso di moltissimi che non si rassegnano a restare spettatori inerti del crescente abbandono di un centro storico che meriterebbe ben altra sorte.
Da qui la decisione del Fai di inserire l’ex Ospedale militare tra i luoghi da visitare nelle “Giornate di primavera”. Da qui i contatti tra il Fai e l’amministrazione comunale di Catanzaro rimasti subito senza successo. Quasi a voler testimoniare che il recupero di quel bene era andato di traverso a qualcuno.
A ridosso dell’evento, un incontro tra la delegazione catanzarese del Fai e il procuratore Gratteri fece rinascere la speranza di far conoscere un luogo così interessante, inserendolo all’interno di una manifestazione nazionale molto conosciuta e attesa. Sollecitato da Gratteri, il Provveditorato alle opere pubbliche, che ha preso in carico la ristrutturazione e il recupero dell’immobile con finanziamenti del ministero della Giustizia, per il tramite dell’ingegnere Tancredi, ha subito tentato di recuperare l’idea del Fai e in questo senso ha contattato l’amministrazione comunale di Catanzaro che, ancor oggi, ha in custodia il plesso.
L’iniziativa sembrava aver avuto successo, tant’è che il  vicesindaco, Gabriella Celestino, si mise in contatto con il Fai per ulteriori delucidazioni. Il Comune veniva così dettagliatamente informato degli scopi dell’iniziativa: inserire la struttura nel percorso predisposto per le Giornate di Primavera per riportare alla memoria collettiva la storia dei conventi cittadini e farli conoscere al pubblico. Di conseguenza, il Fai si rendeva disponibile anche ad attivare un percorso didattico che avrebbe coinvolto gli allievi di alcune scuole catanzaresi che, appositamente formati dai docenti e dai volontari del Fondo, avrebbero fatto da “apprendisti ciceroni” del Fai per i visitatori durante la manifestazione. 
Dal canto suo la vicesindaco non nascondeva le sue perplessità circa le condizioni del luogo, dopo anni di assoluto abbandono (in attesa di cosa?), tuttavia assicurava il suo interessamento, rinviando a successive comunicazioni.
Seguiva una convocazione telefonica per un sopralluogo insieme ai tecnici del Comune. Così, davanti all’ex convento poi trasformato in ospedale militare, si ritrovavano la vicesindaco, i delegati del Fai e il dirigente del Comune di Catanzaro Adelchi Ottaviano. Lo stato del luogo non era certo ottimale e c’erano evidenti problemi di praticabilità ma restava apertissima la possibilità di farlo pulire con l’aiuto di operai del Comune e di transennare il percorso, limitandolo, per garantire la sicurezza. 
L’Architetto Ottaviani, in quella occasione, non ha escluso la possibilità di una collaborazione per consentire l’apertura, ma si riservava di dare una risposta definitiva, per avere il tempo di assicurarsi che non ci fosse pericolo per i visitatori.
Da parte del Fai veniva spiegato che nelle “Giornate di primavera” si aprono preferibilmente beni di interesse culturale poco conosciuti, normalmente inaccessibili e che per questo il Fai forniva una assicurazione per danni ai visitatori, ai volontari e ai luoghi. In più gli organizzatori, evidenziavano la possibilità di contingentare le visite, dividendo i visitatori e formando piccoli gruppi da fare entrare in maniera scaglionata. «Vi faremo sapere», assicurarono vicesindaco e tecnici. Promessa e impegno non mantenuti. 
Davvero indigesto questo ex convento, rinato come ospedale militare e adesso destinato a diventare casa di chi è chiamato ad assicurare giustizia in un territorio dove i gradassi non mancano.

(Pa.Po.)

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