REGGIO CALABRIA Nella giornata di lunedì primo maggio personale del Nucleo operativo antibracconaggio carabinieri, con la collaborazione di operatori dell’Associazione ambientalista C.a.b.s., a seguito di attività finalizzata al contrasto di reati ai danni di avifauna protetta ed in particolare al bracconaggio nei confronti di rapaci migratori, hanno arrestato tre bracconieri ad Archi, nel Comune di Reggio Calabria. Si tratta di P.G. residente ad Archi, 75enne già noto per reati contro la persona; V.A. 29enne di Gallico; M.G. 35enne residente ad Archi.
I militari, impiegati nell’”Operazione Adorno 2017” hanno individuato tra la vegetazione la postazione dei tre soggetti, intenti a sparare ai falchi pecchiaioli (cosiddetto Adorno) migranti in questo periodo sullo stretto di Messina. Dopo aver udito gli spari provenienti in modo inequivocabile dal punto di osservazione, ben nascosto tra gli alberi, i bracconieri sono stati dapprima identificati e poi tratti in arresto. Il personale del Noa Carabinieri ha quindi accertato che i soggetti avevano fatto uso di fucile a matricola abrasa. Contestati vari reati, quali porto e detenzione abusiva di arma clandestina, ricettazione e concorso di persone nella commissione del reato.
Il Gip del Tribunale di Reggio Antonino Laganà, all’esito dell’udienza svoltasi giovedì, ha disposto per P.G. la misura degli arresti domiciliari e per gli altri due indagati la misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
I controlli dei militari del Nucleo Operativo Antibracconaggio Carabinieri, coadiuvati dai Carabinieri Forestali impiegati sul territorio e collaborati in modo decisivo dai volontari di tutte le Associazioni ambientaliste, sono mirati alla prevenzione e alla repressione del bracconaggio all’avifauna protetta pianificando ed organizzando servizi sia sulla costa calabrese che sulla costa siciliana dello Stretto di Messina.
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