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Nuova scelta “inopportuna” di Falcomatà

REGGIO CALABRIA C’è un’altra scelta poco “opportuna” operata dal sindaco Giuseppe Falcomatà per comporre lo staff della città metropolitana. A guidare la segreteria generale della struttura, infatt…

Pubblicato il: 07/05/2017 – 7:21
Nuova scelta “inopportuna” di Falcomatà

REGGIO CALABRIA C’è un’altra scelta poco “opportuna” operata dal sindaco Giuseppe Falcomatà per comporre lo staff della città metropolitana. A guidare la segreteria generale della struttura, infatti, il primo cittadino ha indicato Domenico Libero Scuglia.
Peccato che l’attuale segretario comunale di Locri è finito nell’inchiesta sulla Proserpina, la società mista che gestiva la raccolta differenziata dei rifiuti nel Vibonese. Scuglia è accusato di bancarotta fraudolenta e per questo è stato rinviato a giudizio dal gup di Vibo Valentia. È “Il quotidiano del Sud” a far notare l’ennesimo scivolone di Falcomatà per la nomina di un uomo finito in una delle inchieste più delicate che si stanno celebrando a Vibo Valentia. Il processo nato da quell’inchiesta coordinata dall’allora pm di Vibo, Alessandro Pesce, ha coinvolto diverse personalità del mondo politico amministrativo della zona tra cui il consigliere regionale del Pd Michele Mirabello, ex segretario provinciale dem.
Secondo gli inquirenti, gli indagati attraverso la falsificazione dei dati di bilancio avrebbero evitato la liquidazione della Proserpina e avrebbero ottenuto in questo modo risorse dell’allora ufficio del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti nuove risorse dirottate in parte su altre società controllate dai soci delle società mista. Da quanto ricostruito dalle indagini della guardia di finanza, in quel momento la Proserpina aveva un passivo di 10 milioni di euro e a guidare l’ufficio di segreteria generale della Provincia di Vibo c’era Domenico Liberto Scuglia. La persona cioè scelta dal sindaco Falcomatà per coprire lo stesso ruolo all’interno della città metropolitana di Reggio Calabria.
Una nuova “buccia di banana” dopo la vicenda dell’indicazione della nuora dell’avvocato Giorgio De Stefano – arrestato nel marzo 2016 e considerato il presunto capo della cupola massonica della ‘ndrangheta – alla guida dell’ufficio dei tributi dell’amministrazione comunale. Nomina appunto per questa ragione poi saltata.

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