Ultimo aggiornamento alle 18:55
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

«Per noi le Ong sono come i mercantili»

CATANZARO Ibrahim non ha resistito, è uscito dall’aula verde della Cittadella mentre venivano proiettate le immagini dei soccorsi in mare che la Guardia costiera opera quotidianamente. Braccia che …

Pubblicato il: 09/05/2017 – 15:28
«Per noi le Ong sono come i mercantili»

CATANZARO Ibrahim non ha resistito, è uscito dall’aula verde della Cittadella mentre venivano proiettate le immagini dei soccorsi in mare che la Guardia costiera opera quotidianamente. Braccia che chiedono soccorso e si aggrappano ad altre braccia. Bambini, donne, uomini sospesi sull’acqua del mare Mediterraneo, un mare che in più di una occasione ha inghiottito le loro vite. E se Ibrahim lascia la stanza per non ripiombare in ricordi dolorosi, gli occhi di chi resta sono lucidi. 
«La vita è al centro del nostro lavoro». Questo il cuore dell’intervento di Filippo Marini, capitano di Vascello e capo ufficio relazioni esterne del comando generale del corpo delle Capitanerie di porto. Dal 1991 la Guardia costiera ha contribuito a salvare 857mila persone. “La ricerca e il salvataggio della vita umana in mare: normativa internazionale e nazionale di riferimento” è tema attualissimo, affrontato, tra gli altri, nel corso della conferenza organizzata alla Cittadella di Germaneto dal consiglio regionale, dall’associazione ex consiglieri regionali e dal Censis: “La buona scommessa della Calabria: trasformare i flussi del Mediterraneo in piattaforma di relazionalità”. In 500mila chilometri quadrati di mare la capitaneria di porto deve coordinare i soccorsi, ossia coordinare l’impiego di tutti i mezzi che si trovano in mare e rientrano nelle coordinate di gommoni o barconi che si trovano in difficoltà. Che si tratti di navi da crociera, mercantili, petroliere o navi delle Ong, tutti possono essere utilizzati per il soccorso. «Per noi – spiega Marini – le Ong sono mercantili a tutti gli effetti». E già qui Marini pone un punto fermo su quelli che sono i ruoli e i rapporti tra la Guardia costiere e le navi che vengono chiamate a intervenire. 
Il responsabile dell’operato della Guardia costiera è il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il tempo è tutto negli interventi. I mezzi su cui viaggiano i migranti sono fragilissimi e spesso sovraccarichi di persone. «Perché l’Italia si sta assumendo un compito del genere? – dice il capitano – Non è discrezionale tutto quello che facciamo. È un dovere umano ma anche un obbligo giuridico». Il tempo è tutto ma anche l’empatia è importante per portare avanti questo tipo di interventi. Spesso nelle navi della Guardia costiera vengono create delle sale giochi per i bambini attrezzate con i giocattoli che i figli dei militari hanno donato per i piccoli migranti. Al soccorso si associa l’attività di polizia giudiziaria per l’individuazione degli scafisti. Un’attività che ha inizio già a distanza mentre col binocolo si cerca di capire chi sta guidando i barconi. E prosegue a bordo parlando con coloro che sono stati soccorsi. 
Il mare non è sempre in condizioni ottimali. Marini mostra le nuove imbarcazioni a disposizione della Guardia costiera, mezzi che non si ribaltano, capaci di affiancare i natanti e di lanciare loro, nelle condizioni più impervie, i gommoni di salvataggio. 

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x