CATANZARO «Lo scandalo della centrale a biomasse dell’Enel nel bel mezzo del Parco Nazionale del Pollino grida vendetta, il silenzio e la compiacenza delle istituzioni uccidono due volte l’economia e la salute del territorio». Lo afferma il deputato M5S Paolo Parentela, che ha presentato una nuova interrogazione ai ministri Calenda, Galletti e Lorenzin. «Fin dall’inizio del 2016 – aggiunge Parentela –, in concomitanza con la riapertura della centrale, si è verificata in Calabria una recrudescenza senza precedenti di tagli boschivi illegali su cui sta attivamente indagando la magistratura e che sta distruggendo le nostre foreste, contribuendo al dissesto idrogeologico, ai processi di desertificazione, allo sviluppo del fenomeno di criminalità organizzata noto come “mafia dei boschi”. L’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ha ufficialmente ammesso l’utilizzo dei dati microclimatici della valle di Latronico, invece di quelli del Mercure, in quanto “analoghi”. Quanto finora asserito toglie ogni attendibilità scientifica al posizionamento delle centraline, rendendo inattendibile il livello di inquinamento dell’aria e dunque il rischio di salute della gente del Mercure».
«Enel, come ha affermato Starace – incalza il deputato pentastellato – con la centrale del Mercure nel 2016 ha incassato 49 milioni di euro, di cui 39 milioni di incentivi pubblici e appena 10 dalla produzione energetica. Vogliamo sapere dal governo se questi incentivi pubblici incassati con la centrale del Mercure corrispondono a verità e quale sia la ratio di tale finanziamenti pubblici a fronte dei quali abbiamo ottenuto come contropartita la distruzione del patrimonio boschivo calabrese, del prezioso e delicatissimo ambiente del Parco nazionale del Pollino, uno sviluppo del fenomeno di criminalità organizzata e la possibilità di seri danni per la salute degli abitanti della valle del Mercure».
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